- La 32enne rivela altri dettagli scioccanti sulle violenze subite da Giorgio Tambellini, 38 anni
- Ha trovato la forza di raccontare tutto in un libro, “Non era il cuore”
Francesca De Andrè torna a ripercorrere con la mente quando ha lottato tra la vita e la morte per le botte ricevute dall’ex, Giorgio Tambellini, 38 anni. Racconta di quando è stata portata in ospedale con l’ambulanza, scortata dai Carabinieri. “Ero messa male”, confessa a Milleunadonna.
La 32enne è riuscita finalmente a denunciare. Spiega: “L’ultima esperienza che ho avuto mi ha portato sulla soglia fra la vita e la morte e questo mi ha dato una nuova consapevolezza. A volte, il vissuto non ci fa rendere conto della violenza e questo porta a un circolo vizioso”.
Sull’ex Francesca dice: “E’ un ragazzo giovane, dell’84, e non solo all’inizio, ma durante il nostro percorso d’amore è sempre stato dolce ed affettuoso. Un ragazzo che, quando è lucido, è amorevole e splendido, lo amavo come mi è capitato con poche persone al mondo. Ma poi è come se scattasse un interruttore ON/OFF”.
La De Andrè si è data una spiegazione sul perché non si è allontanata prima dall’uomo: “Evidentemente, in me c’è un po’ l’istinto della crocerossina, che ovviamente si rende conto dei problemi alla base, ma è convinta di poterli cambiare, di risolverli. E poi, ad esempio in questa situazione, la parte bella della relazione, che c’è ed è stupenda, ci stai benissimo e fai di tutto per non perderla e quindi sopporti tutto aggrappata a quei momenti di felicità, finché non raggiungi il punto massimo”.
La nipote di Fabrizio De Andrè è riuscita a venirne fuori. “L’ambulanza, scortata dai Carabinieri, mi ha portato in ospedale, al pronto soccorso ed ero messa male, con una prognosi importante. A quel punto ho aperto gli occhi e ho trovato la forza di trovare documentazione e di dare testimonianze di ciò che avevo subito”.
Francesca ha svelato tutto in un libro, "Non era il cuore”: “Ho trovato il coraggio di scrivere questo libro anche per provare ad essere di aiuto a tante persone che non riescono a staccarsi da amori folli e a rendersi conto della situazione, esattamente come capitava a me. Lo ritengo un atto di altruismo totale, molto doloroso per me, ma che davvero ho fatto per aiutare anche gli altri”.