Tutti lo abbiamo apprezzato per la sua capacità di divertire, commuovere, appassionare in film di grande successo.
Basta ricordare "Good Morning Vietnam", "L'attimo fuggente", e "Will Hunting - Genio ribelle", con il quale ha finalmente conquistato l'ambito premio Oscar come Miglior Attore Non Protagonista, per capire la grandezza di un attore del calibro di Robin Williams. Ma, come molto spesso accade, sono proprio questo tipo di personaggi a tirar fuori dal cilindro una bella sorpresa ed ecco che ritroviamo Robin Williams in "One Hour Photo", un film diverso, scritto e diretto da Mark Romanek, che prende spunto da quelle pellicole sugli eroi solitari degli anni '70 e dove, per la prima volta, il divo americano veste i panni di un "cattivo ragazzo", Sy Parrish, un uomo solo, dalla psiche disturbata e incapace di rapportarsi con il prossimo.
"La chance d’interpretare un personaggio negativo mi ha dato la possibilità di esplorare un tipo di “cattiveria”, dato che i “cattivi” non sono tutti uguali: hanno in comune il superamento di un determinato confine forse, ma non sono legati dallo stesso tipo di senso della moralità. Ognuno ha il proprio modo di essere “cattivo”. Sy, ad esempio, è un violento che non dà seguito alla sua violenza, perché, alla fine, non ci riesce".
Robin Williams spiega la sua scelta in questo modo, tra una battuta e l'altra. Irresistibile come sempre, coinvolge i giornalisti della capitale con una serie infinita di sketch. Più che a una conferenza stampa, sembra di assistere ad uno spettacolo comico. La bella sala del St. Regis è colma di risa e l'atmosfera è sicuramente tra le più piacevoli.
Tutti vogliono sapere cosa ha portato un attore comico a calarsi in un ruolo negativo: "A 51 anni scelgo le mie sceneggiature perché cosciente di non aver ancora recitato in un determinato ruolo. Oggi mi affascina esplorare i comportamenti umani per cercare di capire più a fondo, per esempio, come un “buono” possa trasformarsi in “cattivo” e viceversa. Il mio mestiere mi permette di poter abitare in un personaggio, esplorarlo e poi di uscirne liberamente in una sorta di “schizofrenia legalizzata”. E' per questa ragione che ho voluto interpretare Sy".
Il ciclone Williams è scatenato. Ora che ha provato il brivido della "cattiveria", vorrebbe andare oltre: "Sarei felicissimo di interpretare qualche personaggio storico, magari, come comico, Napoleone. Comunque la mia scelta cadrà sempre su ruoli interessanti. Barbara Bush, per esempio, è veramente un personaggio machiavellico, un po’ come Lucrezia Borgia...!".
Irriverente, come la sua satira, che punge, morde, ma non è mai volgare, il caro Robin risponde a tutte le domande, anche a quella immancabile che riguarda la guerra preventiva che il presidente George Bush vuole muovere contro l'Iraq: "E’ come controllare le nascite con l’eiaculazione precoce! Il presidente dice di avere tantissime informazioni, ma bisogna verificare perché l’unica cosa certa che siamo riusciti a sapere dopo l’11 settembre è che bisogna diffidare di tutti coloro che vogliono diventate piloti d’aereo, ma sono interessati solo alla fase di decollo e non a quella d’atterraggio... Non sono favorevole alla guerra, ma sono favorevole alle ispezioni, purchè siano eseguite bene e venga controllato tutto ciò che c’è da controllare, non solo in Iraq, in tutto il mondo, perché i folli si nascondono ovunque".
Quando gli chiedono cosa detesta nella vita di ogni giorno risponde: "Gli abusi sui minori e la violenza casuale e gratuita, ma voluta, che porta ad assassinare altri esseri umani. In questi casi sono favorevole alla pena di morte. Penso che determinati individui in prigione non possano cambiare, anzi, corrano il rischio di essere mitizzati". Racconta della sua passione per la bicicletta, della bellezza di uno strumento come Internet nella società globalizzata ("La meraviglia di Internet è che può dare verità grandiose e grandiose menzogne. Non c’è libro che possa dire: “Questo è vero, questo è falso”. Per fare un esempio concreto, avete presente il mondo delle chat rooms?!") e del suo amore per San Francisco, la città dove vive con sua moglie e i suoi figli.
E' un'entusiasta della vita, si vede dai suoi occhi, dalla sua faccia, dal suo modo di muoversi e di parlare. Quando gli fanno presente che molti attori comici nella realtà quotidiana sono persone molto malinconiche, risponde: "Io sono semplicemente realista, anzi, la mia giornata attraversa varie fasi. La mattina, appena sveglio, ho sonno, perché amo vivere di notte. Dopo due caffè espressi e una buona colazione sono cinico, poi, piano, piano divento ottimista. La sera sono molto ottimista. Poi arriva il momento del sogno e l'indomani si ricomincia".
Carpe diem, mio capitano!