Il segno di Antonio

Western, thriller, film d'azione, fantascienza per bambini e film impegnati. La popolarità di Antonio Banderas è sempre più in ascesa. Ha appena finito di girare "Once upon a time in Mexico", è sul set di "Imagining Argentina" e l'aspettano le riprese di "Pancho Villa" e "Zorro 2", e tra poco lo vedremo in "Frida", "Femme Fatale", "Ballistic" e "Spy kids 2".

L'attore ha decisamente saputo sfruttare le sue origini ispaniche e la sua versatilità attorale. La sua presenza è una scommessa vinta laddove ad Hollywood e dintorni siano in progetto film con un protagonista latinoamericano. Eccolo allora alternare un look sbarbato con capello ordinato per la versione eroe-dandy, a quello con barba e capello incolto per vestire i panni del rivoluzionario. Di "Femme Fatale" e "Frida", opere che hanno animato i festival di Cannes e di Venezia, si è già parlato moltissimo. "Ballistic" è invece un thriller dove Banderas interpreta un ex cacciatore di uomini dell'Fbi sconvolto dalla misteriosa morte della moglie. Come ogni ex 007 in pensione che si rispetti viene ovviamente richiamato in servizio per scongiurare un pericolo pubblico, scatenato in questo caso dalla prestante Lucy Liu, la cattiva di turno. Sempre nei panni di un ex agente segreto ma in un film di tutt'altro tono, ha recitato per il regista e amico Robert Rodriguez. Parliamo di "Spy Kids 2", appena uscito nelle sale americane.

I fan dell'ex pupillo di Almodovar, inoltre, saranno sicuramente al corrente del secondo impegno con il regista messicano che lo diresse in Desperado. L'attore di Malaga ritorna infatti nei panni del mitico chitarrista-killer nell'episodio finale della trilogia di El Mariachi/Desperado, intitolato "Once upon a time in Mexico". La saga continua con El Mariachi sulle tracce di Barrillo (Willem Dafoe), un trafficante di droga che progetta un colpo di stato in Messico. Ultimo e forse il più importante, il ruolo del ribelle Pancho Villa, che combattè contro il dispotismo dei proprietari terrieri ed ebbe la perspicacia di comprendere l'importante ruolo del neonato cinema. Villa infatti attirò a sè due grandi registi dell'epoca, D.W. Griffith e Harry Aitken, per realizzare un grandioso film d'azione ("The life of General Villa" e "The Outlaw's revenge"), con le telecamere puntate al cuore della battaglia, che permise al rivoluzionario di attirarsi le simpatie del pubblico e di rendere visibile al mondo intero la guerra civile rivoluzionaria.