Dopo i Beatles e prima delle boy bands, c'era una volta un gruppo di ragazzi di Birmingham e dintorni che infiammava i cuori delle teen-agers. Si chiamavano Duran Duran, e chi era appena entrato nell'adolescenza nella prima metà degli anni '80 li ricorda benissimo.
Dopo il quarto LP, il live "Arena", rimasto in testa alle classifiche per mesi e mesi, il quintetto formato da Simon Le Bon, Nick Rhodes (rispettivamente front-man e cervello della band), John, Roger e Andy Taylor, si sciolse. I transfughi formarono due nuovi gruppi, Arcadia e Power Station. Simon, Nick e John continuarono ancora per qualche anno, ma poi si arresero al nuovo show business che cercava idoli più giovani.
Oggi, a 17 anni dalle ultime uscite comuni, i Duran Duran si sono ricostituiti nella loro forma originaria e da qualche settimana sono in tour negli USA e in Giappone. Il quintetto dice però di non volersi fermare qui, e in tour propone, accanto alle hit più conosciuti, diversi brani nuovi di zecca non ancora passati in sala d'incisione.
"Non vogliamo annoiare nessuno", dicono in coro i cinque di Birmingham, ora più vecchi e più saggi, "ma abbiamo abbastanza materiale fa farvi capire che non è un viaggio nella nostalgia, ma un vero e proprio work in progress".
A volte ritornano: chissà se risquoteranno lo stesso successo di quando gridavano "Wild Boys".