Parla Marco: "Grazie Lucio, l'uomo eterno bambino"

In migliaia sono arrivati per salutare Lucio Dalla. La sua Bologna non dimentica, come pure gli amici, famosi e non. Ieri nella basilica di San Petronio commozione e lacrime che lasciano il segno. Strazianti quelle del compagno del cantautore, Marco Alemanno, presentato dal previcario generale Gabriele Cavina come "amico e collaboratore", perché la Chiesa condanna l'omosessualità. Ma Marco era molto di più.

Il ragazzo, in prima fila con il volto segnato, sul pulpito ha letto il testo di una vecchia canzone di Dalla, "Le Rondini", scritta nel 1990. Poi ha continuato: "Avevo solo dieci anni, anche io sognavo di poter entrare dentro i fili di una radio e volare sopra i tetti delle città e con la polvere dei sogni volare, volare al fresco delle stelle. Da diverso tempo ormai ho il piacere, l’onore e il privilegio di crescere al fianco di Lucio, il cantante, il musicista, il regista ma soprattutto l’uomo eterno bambino. Torno a chiudere gli occhi e mi perdo di nuovo come tanti anni fa nel mare e nel cielo dei sogni, solo che oggi, a differenza di allora, conosco benissimo quel signore che canta, oggi posso spiegargli che cosa mi ha dato e continua darmi. Grazie Lucio".

In tv si parla di un'eredità da mille e una notte senza un testamento. Lucio Dalla non ha fatto in tempo a scriverlo, non poteva immaginare che il suo cuore avrebbe smesso di battere così presto. Domenica 4 marzo tutto questo ciarlare di soldi è stato messo in stand by. L'amore e solo l'amore, accompagnato da un addio che è un arrivederci, ha prevalso. E le rondini di una primavera annunciata sono volate in alto fin lassù.