Tiziano Ferro ha rilasciato una lunga intervista a Vanity Fair dove si racconta ma, soprattutto, parla della sua omosessualità.
Il cantante di Latina si sente finalmente libero di poter essere omosessuale e, mentre esce la sua autobiografia, "Trent'anni e una chiacchierata con papà", racconta il lungo percorso che ha dovuto affrontare prima di raggiungere un equilibrio: "Un paio di anni fa ho iniziato un percorso di analisi. Da tempo non stavo bene, e avevo capito di dover riprendere in mano una serie di cose: dal forzato esilio lontano da amici e famiglia alla relazione col mio lavoro, al rapporto contrastato con l'omosessualità. Così, dopo due anni di duro lavoro su me stesso, sono arrivato a una conclusione: volevo vivere meglio" "La liberazione più grande - ha detto sempre Tiziano - è stata poter parlare con le persone che mi sono più vicine, con mio padre, la mia famiglia, gli amici, il resto è venuto naturale".
Ferro ha anche espresso il suo desiderio: "Mi voglio innamorare di un uomo".
Per quanto riguarda la sua autobiografia, l'idea nasce dal suo diario personale: "Il 20 novembre 1995 ho iniziato a scrivere un diario. Ho deciso che lo pubblicherò il 20 ottobre 2010". E in questo libro così intimo si legge anche: "Nessuno lo capirebbe mai, ma credo che se mi svegliassi e non avessi più il successo, la prima cosa che farei sarebbe approfittarne. Andare in centro, fare danni, guardare le persone in faccia nell'ora di punta, non evitare i posti affollati, preoccuparmi sempre e solo di quello che succede dentro, mai di quello che succede fuori".
I primi dubbi sulla sessualità risalgono all'adolescenza quando il cantante aveva una fidanzata: "Le dissi che pensavo di essere attratto anche dai ragazzi. Mi rise teneramente in faccia, mi disse che non poteva essere vero. Poi arrivò il successo travolgente e Tiziano, incapace di 'chiarirmi con me stesso' sui suoi sentimenti, scelse di non viverli". Ma è arrivata anche la svolta: "Volevo vivere quella parte di me, smettere di considerarla un mostro, qualcosa di negativo, addirittura invalidante". " "Non posso puntare il dito contro nessuno - ha aggiunto Tiziano -, solo contro me stesso. Tuttora non so spiegarmi perché considerassi l'omosessualità una specie di 'malattia'... Non ho la presunzione di salvare nessuno, ma se il mio libro potesse aiutare qualcuno a evitare di perdere tutti gli anni che ho buttato via io, sarei felice". E quale era la sua reazione sulle voci che da tempo lo volevano omessuale? "Mi facevano una tale rabbia. Non perché non volessi passare per gay, ma perché la verità è che un fidanzato avrei voluto avercelo. E, invece, non avevo nessuno. Perché? Perché avrei dovuto vivere una doppia vita e io non ne sono capace. Mi dà fastidio quando si parla di accettazione dell'omosessualità. Io, semmai, sogno la condivisione. Una famiglia - dice - che accetti le mie scelte non mi basta, voglio che le viva insieme a me. E lo stesso vale per i miei amici".
Tiziano ora ha un grande sogno: "Cerco l'amore, la parte della vita che mi è mancata finora... Per il momento sono solo, ma spero presto di non esserlo più".
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