In gennaio è scoppiato lo scandalo. Per Paolo Bovi, ex fonico e fondatore dei Modà, i pm Daniela Cento e Lucia Minutella hanno chiesto gli arresti domiciliari in un centro dell’hinterland milanese e il gip Luigi Gargiulo ha dato l'ok: la misura cautelare è stata eseguita per la prima volta con il braccialetto elettronico. L'uomo è accusato di pedofilia: l’ipotesi di reato è di "violenza sessuale", però di "lieve entità", perché non risultano rapporti sessuali consumati, 'solo', toccamenti delle parti intime, massaggi spinti, giochi sessuali con due minori (per leggere l'articolo clicca qui).
Bovi, sconvolto dalla 'storiaccia' che lo riguarda, la notte scorsa ha tentato il suicidio.
Paolo ha collegato una canna di gomma al tubo di scappamento della sua auto, ma è stato salvato dai Carabinieri di Cassano d'Adda, che sono riusciti a individuarlo grazie all'input del braccialetto elettronico di cui si era nel frattempo liberato.
L'uomo è stato portato in ospedale e poi in carcere per evasione.