Sonia Bruganelli, la moglie di Paolo Bonolis, è una privilegiata e non fa niente per nasconderlo. Sui social più volte ha scatenato la polemica per le foto postate in cui pare ostentare il lusso. In una clip girata durante la vacanza a Cortina davanti al bancomat dove era andata a prelevare contante, a un suo amico che la invitava a prendere solo 30 euro, diceva: "Che ci faccio con 30 euro?". Al Corriere della Sera, dopo un mare di commenti maligni, spiega: "Lo scandalo sarebbe stato se avessi detto che potevo vivere una settimana con 30 euro a Cortina".
Laureata in Scienze della comunicazione, gestisce una società di produzione televisiva specializzata nell’organizzazione e gestione di casting televisivi, è moglie di Paolo Bonolis e mamma di Davide, Adele e Silvia. Sonia Bruganelli degli attacchi via web se ne infischia. Si sente una privilegiata e non lo nega, anzi. "Non mi piacciono quelli che fanno i politically correct tanto per farlo. O ci vivi davvero così, oppure fai solo finta, è solo una messinscena per sembrare quello che non sei", sottolinea.
Va controcorrente la 43enne: "Non faccio una vita di lussi, faccio quello che fanno in molti: vado a prendere i figli a scuola, li aiuto a fare i compiti". E sul social precisa: "Penso sempre a quello che posto. Metto le cose che mi divertono e tutto quello che non toglie niente all’intimità della nostra famiglia".
Se prende un aereo privato e condivide, non desidera scatenare un putiferio o mostrare solo che è una privilegiata: "Tutti hanno piacere a mostrare le cose belle. Sono sicura che sui profili social di chi mi ha attaccato troverei foto in cui a loro volta ostentano qualcosa: una borsa, un paio di scarpe, una cena al ristorante. Ho il privilegio di fare una vita più comoda e la mia vita è anche questa. Se facessi vedere solo che cucino o vado a far la spesa sarei molto più falsa".
Quando è apostrofata duramente, la moglie di Paolo Bonolis risponde: "E cambiano subito tono. Spesso quella degli hater è solo voglia di attenzione".
Sonia Bruganelli è molto social, al contrario di Paolo: "Lui è anti-social, ne ha fatto anche una bandiera nel rapporto con i figli. Però siamo d’accordo su una cosa: il cellulare è un’arma complicata in mano ai ragazzini, spesso non sono in grado di capire le conseguenze, di valutare le ripercussioni che quello che si dice nel mondo virtuale ha sul reale".
Chiamarsi Bonolis l'ha aiutata a trovare la sua strada quando studiava. Di fattori negativi sul cognome 'importante' "non ce ne sono più": "Li ho metabolizzati: prima stavo male a essere considerata “la moglie di”. Oggi so chi sono, quello che valgo e anche quello che sbaglio. Piuttosto gli aspetti negativi li vedo su nostro figlio Davide, che ha 13 anni. Arriva prima il cognome di lui e a calcio è l’unico che non ce l’ha scritto sulla maglietta. Alle partite si fa accompagnare dal nonno, così nessuno lo guarda per il padre, ma per come gioca a pallone".