Per la prima volta anche Kevin Federline, ex marito di Britney Spears e padre dei suoi due figli, Sean Preston, 15 anni, e Jayden, 14, ha rotto il silenzio sulla delicata questione della tutela legale che grava sulla cantante dal 2008.
Il 43enne ha parlato attraverso il suo avvocato Mark Vincent Kaplan dopo che Britney la settimana scorsa in tribunale ha fatto un appello affinché le sia restituita la libertà, puntando il dito su suo padre Jamie, accusato di pesanti abusi. Il legale ha spiegato che Kevin è a favore della fine della tutela, se questo non pone un pericolo per i suoi ragazzi.
“Kevin supporta qualsiasi sia la cosa migliore per lei. Non importa che la tutela abbia avuto degli effetti positivi se poi ha anche degli effetti deleteri sulla sua salute mentale. Quindi lui vuole solamente la migliore soluzione per lei e per i suoi figli quando la vanno a trovare. Kevin pensa che per i suoi figli sia importante che la madre sia felice e in salute. Se la cosa migliore è la fine della tutela, è fantastico”, ha affermato il legale.
“Kevin vuole che Britney sia una persona felice perché questo la renderebbe una madre felice. Sappiamo tutti da quello che è emerso che lei è sotto grande pressione. E a volte le persone sotto pressione non prendono le stesse decisioni che prenderebbero se fossero completamente libere. Se lei fosse in grado di gestirsi al meglio autonomamente e potesse farlo anche con i suoi figli quando sono con lei, per Kevin non ci sono problemi che la tutela venga meno. Il focus di Kevin è che quando i loro figli sono con la madre, che amano, tutto sia stabile e in sicurezza”, ha continuato l’avvocato.
L’unico aspetto che coinvolge Kevin direttamente è quello economico: il ballerino ritiene che il curatore delle finanze di Britney, Jodi Montgomery, abbia fatto fino ad ora un ottimo lavoro. Infine Federline ritiene che oggi, rispetto a quando la tutela è iniziata, la situazione per i suoi figli è più semplice, visto che sono ragazzi grandi.
“Ricordiamo che quando la tutela di Britney è iniziata, i bambini erano piccolissimi. Ora parliamo di due sani, intelligenti ragazzi di 14 e 15 anni in grado di capire da soli se c’è qualcosa che non gli piace. Inoltre sono in grado di esprimersi con Kevin e con Britney. Quindi questa è un’ulteriore protezione che non esisteva quando è stata imposta la tutela”, ha concluso il legale.