''Tre giorni senza hashish, erba e alcol'': Achille Costacurta fa sapere di aver iniziato a disintossicarsi dalle dipendenze

  • Il 20enne, figlio di Martina Colombari e Billy lo comunica ai follower nelle storie
  • A settembre aveva già detto: “Due anni in comunità, ma ora ho chiuso con le droghe”

Achille Costacurta in una storia condivisa sul suo profilo Instagram fa sapere di aver iniziato a disintossicarsi dalle dipendenze. Il 20enne scrive: Tre giorni senza hashish, erba e alcol. A settembre scorso però il figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta aveva già annunciato: “Ora ho chiuso con le droghe”.

''Tre giorni senza hashish, erba e alcol'': Achille Costacurta fa sapere di aver iniziato a disintossicarsi dalle dipendenze

In una diretta TikTok Achille aveva rivelato: Ho smesso di drogarmi. Vedrete, farò dei test. Esami di ogni tipo per dimostrare che è tutto vero. E ancora: "Se pippo? No! Se fumo verde? Sto smettendo. Smetto anche le canne perché voglio essere bello attivo. Ho tanti progetti, uno anche con dei ragazzi disabili. Prima fumavo di brutto, ma proprio tantissimo. Uno dei miei disturbi è di non avere limiti. Se mi dai le caramelle io finisco il pacchetto. Quindi provo a evitare quello che mi fa male, anche se mi piace. Un po’ tutto ho provato, tranne l’eroina”.

Il ragazzo aveva anche svelato di aver trascorso due anni, dai 15 ai 17, in un centro di recupero a Parma: "Eravamo ragazzi di tutte le età, in camere da quattro, ma eravamo in 30. Loro prendevano 160 euro a persona e a noi davano massimo un cucchiaino di parmigiano a pranzo e uno a cena, il ketchup e la maionese solo il sabato e la domenica, le bibite solo nei festivi. Sono stato in cucina e nell’orto, poi ho usato il trattore di notte e mi hanno tolto questa possibilità. Sbagliando si impara e per fortuna l’ho capito adesso. Meglio ora che a 50 anni”.

“Non potevo uscire e non potevo fare nulla - aveva proseguito -. Sveglia alle 7.30 e se alle 7.45 non eri già a fare colazione, avevi una sigaretta in meno. Ne facevamo dieci al giorno. Se tutti i partecipanti non erano in fila, non facevano mangiare nessuno. In questo modo tutti si arrabbiavano con chi sbagliata. Robe assurde. Un posto gestito dalla Chiesa. Un’esperienza dura che però mi è servita. La mia testa è però un po’ matta e ogni tanto ci ricasco. E forse proprio per la sua indole, potrebbe essersi ‘ricascato’, ma adesso sta cominciado, come sottolinea, una nuova fase evidentemente.