- Sarà il protagonista di Supersex: nel cast anche Jasmine Trinca, Adriano Giannini, Saul Nanni e Linda Caridi
- L’attore 36enne ammette: “Girare è stato abbastanza difficile, ma molto bello”
Alessandro Borghi sarà Rocco Siffredi in Supersex. Nel cast del biopic ispirato alla vita del pornodivo, in autunno su Netflix, anche Jasmine Trinca, Adriano Giannini, Saul Nanni e Linda Caridi. Il 36enne, ospite nel podcast di Gianluca Gazzoli BSMT, sul progetto terminato rivela: “Abbiamo girato più di 50 scene spinte”. Parla anche del rischio che corri quando reciti in scene ‘hard’.
“Abbiamo girato per quasi 100 giorni e ci sono state decine di scene spinte, più di 50 - confida il romano - Ho accettato di fare questo progetto perché non sono un bigotto, mi piaceva la cosa e in Italia interpretare questo ruolo è un bel modo per litigare con tanta gente”.
Sulle scene più intime Borghi svela: “Intanto si spera di essere fortunati e incontrare colleghi che hanno la stessa gestione e idee di certe cose. Il rischio più grande è che, sia tra donna e uomo che tra uomo e uomo o donna e donna, sul set potrebbe accadere che una cosa che tu metti in scena potrebbe essere fraintesa come un qualcosa che vuoi tu persona e non che fa il personaggio. Tu ti muovi e magari l’altro pensa: ‘Perché fa questo, che vuole fare? Mi vuole dire qualcosa?’. Bisogna sfuggire da quello”.
Alessandro spiega come si è comportato e si comporta ancora quando è chiamato a girare scene di sesso: “Io per scappare da quello ci parlo prima. Quindi o dici: ‘Io ci sto a prova’ e mi piaci anche nella vita’, oppure dici: ‘Tutto quello che farò non sono io, ma il personaggio e lo fa a favore del racconto: non sentirti minacciato o infastidito’. Così capisci fino a dove ti puoi spingere a favore del racconto. Direi che è una cosa delicata, ma che dopo aver parlato diventa più semplice. Il tipo di affinità anche da quel punto di vista è alla base di tutto”.
L’artista, tra i più desiderati del panorama nazionale e internazionale, sul progetto ammette: “Girarlo è stato abbastanza difficile, ma è stato molto bello. Un viaggio nella vita di Rocco che è diventato un amico, e lo stesso Rozsa (la moglie di Siffredi, ndr). Loro mi hanno aperto le porte. Mi ha detto molto più di quello che immaginavo. L’idea che avevo di lui non c’entrava nulla con la sua essenza reale. Tutti mi chiedono: ‘Perché hai accettato di interpretare Rocco?’, e io rispondo sempre: ‘Ma perché nessuno mi ha chiesto come mai ho accettato di fare Aureliano’ (si riferisce al personaggio protagonista di Suburra – La serie, ndr), che era uno che sparava a tutti?’”.