Alfonso Signorini a 'Belve’: 'Per Silvio Berlusconi mi butterei dal balcone’

Alfonso Signorini a Belve, il programma condotto da Francesca Fagnani su Nove, si apre e rivela: “Per Silvio Berlusconi mi butterei giù dal balcone". Il giornalista 54enne spiega il perché della sua devozione.

Alfonso Signorini a 'Belve’: 'Per Silvio Berlusconi mi butterei dal balcone’
Alfonso Signorini a 'Belve' rivela: 'Per Silvio Berlusconi mi butterei giù dal balcone'

"Mi ferisce molto che dicano: 'Signorini il leccacu*o di Berlusconi, Signorini la velina di Berlusconi e bla bla bla'. Io riconosco che con Berlusconi non sono obiettivo - afferma Alfonso Signorini - Ma lo dico io per primo perché gli voglio troppo bene, gli sono affezionato. Però uno dice: 'Perché gli vuoi bene? Perché è il tuo editore e ti conviene volergli bene'. No, io gli voglio bene perché lui me l'ha dimostrato il suo bene”. Per Silvio Berlusconi si butterebbe giù dal balcone.

"Questo non l'ho mai raccontato, però ci tengo a farlo sapere e non ero in grado di raccontarlo prima di oggi. Quando mia mamma è morta, lui - spiega Alfonso Signorini - sapeva benissimo che per me era il centro dell'universo, era davvero la mia vita. “In quel momento ho buttato fuori di casa tutti, non ho più voluto vedere nessuno, da Paolo (quello che è stato il suo compagno per anni ndr) a mia sorella, agli amici, Marina (Berlusconi ndr). Niente, volevo starmene da solo per i caz*i miei”.

"Era appena morta, poi alle 23.30 mi stendo sul divano, sento il citofono, non volevo aprire a nessuno, ma erano due carabinieri - continua Alfonso Signorini - Ho pensato: 'Cosa è successo?'. Volevano avvisarmi che stava arrivando il presidente, perché allora Silvio Berlusconi era presidente del Consiglio”.

"Allora devo dire la verità, a fatica, gli ho aperto la porta di casa. Ecco, in quel momento, lui che cosa ha fatto? Io non ho più visto in lui né Berlusconi né altro - sottolinea commosso il direttore di Chi - Mi ha preso la mano, perché stavo parecchio male, anche perché ero nel pieno della mia malattia, mi ha tenuto per mano nel letto, facendomi addormentare alle 2 del mattino. Io alle 6 ho aperto gli occhi, lui non c'era già più e mi ha lasciato un biglietto che ancora conservo: 'Quando ti svegli chiamami'. Ecco, io per una persona così, glielo giuro, se mi chiede di buttarmi giù dal balcone, io mi butto giù dal balcone”. 

 

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