Non sembra avere fine lo scandalo Woody Allen/Dylan Farrow: il regista ha risposto alle accuse mosse dalla figlia adottiva (la 28enne ha pubblicato una lettera aperta in cui racconta di essere stata vittima di abusi sessuali da parte del padre quando aveva 7 anni) con un articolo sul New York Times, ma non ci racconta niente di nuovo. Il 78enne continua a dichiararsi innocente e dà la colpa a Mia Farrow: sarebbe stata lei a manipolare la bambina affinché credesse di essere stata molestata.
Woody ha scritto: "Sono passati 21 anni e Dylan continua con le accuse che gli esperti di Yale hanno trovato false. Qualche altro piccolo dettaglio creativo sembra essere magicamente apparso durante il periodo in cui non ci siamo parlati". "Se dall'età di 7 anni a una bambina vulnerabile viene insegnato da una madre oppressiva ad odiare il proprio padre perché è un mostro che ha abusato di lei, è così inconcepibile che dopo tutti questi anni di indottrinamento l’immagine di me che Mia voleva stabilire abbia messo radici?", ha continuato Allen, "Non ho molestato Dylan. Le volevo bene e spero che un giorno capisca di avere un padre amorevole e si renda conto di essere stata ingannata da una madre più interessata alla sua rabbia che al bene della figlia". L’autore di "Annie Hall" ha anche aggiunto che non sarebbe mai e poi mai entrato in un piccolo ripostiglio come quello descritto da Dylan nella sua lettera per molestarla, in quanto soffre fortemente di claustrofobia.
Ma la figlia di Mia non vuol sentire ragioni. A Us Weekly ha dichiarato: "Ancora una volta, Woody Allen sta attaccando me e la mia famiglia per screditarmi e farmi stare zitta – ma niente di quello che dice o scrive possono cambiare la verità". Eppure suo fratello Moses, anche lui adottato da Woody e Mia durante la loro relazione, si schiera dalla parte di Woody. A chi bisognerà credere?