Hanno voluto un matrimonio bis. Dopo le nozze civili, nel 2009, per Arturo Vidal e Maria Teresa Matus sono arrivate anche quelle religiose, celebrate nella patria del calciatore, in Cile.
Il matrimonio bis tra Arturo Vidal e Maria Teresa Matus è andato in scena nella chiesa di San Ignazio de Loyola, a Santiago Centro. Con i due sposi anche i loro figli, gli adorati Alonso ed Elisabetta, la secondogenita nata a Torino.
Arturo Vidal per il suo matrimonio bis con Maria Teresa Matus ha scelto di indossare un completo traslucido blu elettrico, assolutamente estroso. Stesso abito per il piccolo Alonso. Molto più tradizionale la sposa, con un vestito bianco con bustino scollato sul decolté e gonna ampia.
Alla cerimonia da sogno ben cinquecento invitati, tra cui personalità di rilievo, come la presidentessa Michelle Bachelet, accompagnata dal figlio Sebastián Dávalos, il ministro dell'Interno Rodrigo Penailillo e il segretario generale del Governo Álvaro Elizalde. Tra i colleghi di campo di King Artur, il centrocampista dell'Inter Gary Medel, il bianconero Martin Caceres, difensore della Juve. Assenti, nonostante fossero nella lista degli invitati, Gigi Buffon, Andrea Pirlo e Carlitos Tevez.
La cerimonia è iniziata alle 20,45 poi tutti si sono spostati al Club Hípico, con DJ Méndez e musica cubia dei Noches de Brujas. Tutto è andato per il meglio. Arturo Vidal e la moglie, Maria Teresa Matus, sono apparsi raggianti, felici come non mai. Ora il loro sogno d'amore è completo.
Al ricevimento balli e canti sfrenati andati avanti per tutta la notte e terminati all'alba. Poco importa se le esperte di moda cilene non hanno apprezzato il suo abito, il giocatore ha fatto tutto quel che gli piaceva per i fiori d'arancio in chiesa.
Si vocifera che le nozze siano costate 800 mila dollari. Alcuni media latini sono arrivati a parlare di un milione di dollari investiti per l'unione da favola. Pure questi rumors non hanno sfiorato il calciatore, che, con lo stipendio percepito, può permettersi di spendere senza pensare alla crisi, che, a quanto pare, non è un problema solo italiano.
