Gli attori italiani spengono Instagram contro il Dpcm: Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Vittoria Puccini e moltissimi altri chiedono che i lavoratori dello spettacolo vengano tutelati e messi in condizione di lavorare.
Vanno contro il Dpcm del governo. Il mondo della cultura si mobilita contro la chiusura dei cinema e dei teatri prevista dal nuovo decreto in vigore da oggi, 26 ottobre. L’unione nazionale di interpreti dell’audiovisivo, teatro e spettacoli dal vivo, Unita, invia un forte messaggio per protestare: in tanti aderiscono all’iniziativa, da Pierfrancesco Favino a Stefano Accorsi, da Caterina Guzzanti a Vittoria Puccini, da Carolina Crescentini a Claudia Gerini, per citarne solo alcuni.
Dopo l'appello di Cultura Italiae e quello di Agis e degli assessori, anche Unita vuole farsi sentire dal ministro della Cultura Franceschini, dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Non siamo tempo libero - si legge nel messaggio - siamo lavoro e molto di più. Non condividiamo le decisioni prese su cinema e teatri, e non da oggi. Come intendete sostenere i lavoratori? Perché non ci ascoltate, rispondendo alla nostra richiesta di un incontro?”. In tantissimi condividono l’appello. Favino e Accorsi lo accompagnano con una frase del direttore d’orchestra Claudio Abbado: “La cultura è un bene comune primario come l'acqua; i teatri le biblioteche i cinema sono come tanti acquedotti”.
Le richieste dell’unione nazionale di interpreti dell’audiovisivo, teatro e spettacoli dal vivo, nata a giugno di quest’anno e con presidente Vittoria Puccini, come si legge, sono chiare: “1) Tenere aperte le sale con gli orari degli spettacoli anticipati a prima del coprifuoco. 2) Introdurre i protocolli di sicurezza per il teatro (su modello del protocollo audiovisivo) per artisti, tecnici e maestranze. 3) Far rispettare il comma 5 dell’art.19 del CCNL della Prosa in caso di sospensione della produttività. 4) Creare ammortizzatori sociali continuativi per colleghe e colleghi in difficoltà fino al termine dell’emergenza”.