Aurora Ramazzotti: 'Sono uscita, chiedo scusa, ma ora stiamo a casa’

Aurora Ramazzotti chiede scusa. Nelle sue IG Stories ammette che la scorsa settimana ha affrontato forse con troppa leggerezza l’emergenza Coronavirus: “Sono uscita. Ora fa il ‘mea culpa’ e invita tutti a seguire le direttive del Governo, diventate ancora più stringenti. “State a casa”, sottolinea più volte la 23enne, appellandosi al senso di responsabilità di ognuno, affinché il contagio in Italia si arresti.

Aurora Ramazzotti: 'Sono uscita, chiedo scusa, ma ora stiamo a casa’
Aurora Ramazzotti: 'Sono uscita, chiedo scusa, ma ora stiamo a casa'

“Non voglio ammorbarvi troppo, ma mi sento di dovervi delle scuse e di parlarvi di un paio di cose. Devo fare una premessa. Innanzitutto io la settimana scorsa riconosco di aver affrontato questa cosa con leggerezza perché sono uscita un paio di volte anche se non avrei dovuto. Non c’erano ancora le restrizioni, ovviamente, però io sapevo di questa situazione, mi sono documentata a fondo prima che arrivasse in Italia, quando era scoppiata in Cina, perché mi faceva già paura, quindi non m sono comportata come avrei dovuto, mi sento di dovermi scusare, soprattutto perché voglio parlare del fatto di sentirti un’eccezione”, sottolinea Aurora Ramazzotti.

 

“Ragazzi noi non siamo un’eccezione alla regola. Anche se ci viene detto che possiamo uscire a fare attività all’aperto, non possiamo. Anche se c’è scritto sul documento ufficiale che noi possiamo uscire per andare a fare attività sportiva, non possiamo uscire per andare a fare attività sportiva, perché noi non siamo un’eccezione alla regola”, precisa ancora la figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti.

E chiarisce: “Se tutti quanti ragionano pensando: ‘Ok, io esco, mi proteggo, mi lavo le mani, sto a due metri di distanza, tutti quanti escono. E mentre può essere che qualcuno veramente si protegga e faccia attenzione, sarà anche vero che qualcun altro non si proteggerà e non farà attenzione. E quindi questo virus continuerà a spargersi e ci stanno chiedendo in tutti i modi tutto il personale sanitario di rimanere a casa”.

Poi conclude: “Io mi sono scusata per non averlo fatto prima, veramente mi duole il cuore: sono stata impulsiva, sono stata scema. Per favore, non siatelo anche voi. Proteggete i vostri cari, la vostra famiglia. Oggi ho raggiunto la mia famiglia e starò qui con loro. Uscirò solo per andare al lavoro e vi prego fatelo anche voi”. Restate a casa, è l’unico modo perché l’emergenza Coronavirus finisca.

Come sapete, le nuove regole stabilite dal governo italiano sono stringenti ma assolutamente necessarie. Noi tutti, ma proprio tutti, in qualsiasi regione d’Italia ci troviamo, siamo chiamati a seguirle anche per evitare di incorrere in dure sanzioni (incluso il carcere). E’ quindi assolutamente necessario rimanere in casa. Le uniche eccezioni sono dettate da esigenze di salute (visite mediche non rimandabili, incidenti). E’ poi possibile uscire sporadicamente (meglio se lo fa un solo membro della famiglia una volta a settimana) per andare a fare la spesa nei supermercati, che ricordiamo rimarranno sempre aperti. Non ci sarà mai carenza di cibo (le industrie che producono alimentari stanno lavorando normalmente) quindi è inutile farsi prendere dal panico e comprare più del necessario (sebbene fare una spesa che duri almeno una settimana è più che consigliato per limitare le volte in cui sarà necessario uscire nuovamente per rifornirsi).

Le regole che dobbiamo tutti assolutamente seguire per arginare il contagio del Coronavirus in tutta Italia

E’ anche importantissimo che durante gli spostamenti necessari si prendano precauzioni straordinarie, come quelle di rimanere almeno a due metri di distanza da chiunque altro si incontri, di non dare la mano, non baciarsi e non abbracciarsi. Bisogna poi lavarsi spesso le mani e non toccarsi mai alcuna parte del viso con esse. Se si dovessero avere anche lievi sintomi simil-influenzali (come la tosse) non bisogna uscire di casa né recarsi al pronto soccorso o dal proprio medico, ma chiamare i numeri messi a disposizione da tutte le regioni (qui l’elenco completo).

 

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