E' stata denunciata dal presidente dell'Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino per esercizio abusivo della professione e per la realizzazione di "interviste con modalità che non tengono conto di esigenze quali la difesa della privacy e/o il coinvolgimento di minori". Barbara D'Urso al momento non ha ancora fatto alcuna dichiarazione in merito. La conduttrice ha scatenato l'ira della categoria per il suo accanirsi in tv affrontando il caso di Elena Ceste, per il quale l'unico indagato per l'omicidio al momento è il marito, Michele Buoninconti. L'intervista a una amico della donna, che è stata ritrovata morta sulle rive di un torrente alcuni mesi dopo la sua scomparsa, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, soprattutto per le tante e continue illazioni sulle presunte relazioni della vittima.
Nonostante le ragioni del presidente dell'Ordine Iacopino, sono stati molti a prendere le difese di Barbara D'Urso denunciata. Amici e 'non'.
Selvaggia Lucarelli in un lungo post su Facebook ha scritto: "Quello che penso della D'Urso penso si sia capito e mi sembrerebbe superfluo ribadirlo. Per me la deriva che hanno preso i suoi programmi è devastante e lo dico da tempo, però questa volta mi tocca non dico difenderla, ma quasi. Premesso che Iacopino è un presidente molto in gamba, su questa cosa della denuncia dell'Ordine dei giornalisti a Barbarella nutro delle perplessità. Non che sia addolorata, anche perchè vista la sua abitudine a scomodarli lei i tribunali pure se uno dice che ha un'unghia ingiallita, magari prova l'ebbrezza di stare dall'altra parte. Però quello che leggo nella denuncia, ovvero "anche il diritto di cronaca ha dei limiti sanciti dalla legge" o la signora D'Urso conduce interviste senza essere titolata o causa ripercussioni negative sull'immagine della professione giornalistica, beh, mi permetto di dire che è tutto vero, per carità, ma non è che certi signori col tesserino scintillante facciano di meglio. Magari il contesto appare meno baraccone, magari non fanno le faccette o i carmelitasmack tra una disgrazia e un'intervista alla Fico, però nel torbido ci rovistano allo stesso modo. Ma proprio allo stesso, indugiando sul macabro, parlando di minori, invitando soubrette a discutere di sentenze e di omicidi, non preoccupandosi minimamente delle ripercussioni psicologiche che certe trasmissioni possono avere sui figli dei vari Bossetti & co. Non preoccupandosi del fatto che la spettacolarizzazione della cronaca nera produca un'orda di mitomani che si improvvisano testimoni, amici, confidenti delle vittime pur di finire in programmi e giornali. Non preoccupandosi di nulla, sostanzialmente. Neanche di evitarci siparietti pietosi di liti tra conduttori per parenti delle vittime strappati alla concorrenza televisiva all'ultimo minuto".
"Ora, è la dura legge della cronaca, per carità - ha continuato la Lucarelli - Però non facciamo che se 'sta schifezza la cavalca la D'Urso è il male, se la cavalca la signora titolata o il giornalista in giacca e cravatta l'ordine dei giornalisti ci fa una bella figura. Anzi, se proprio la vogliamo dire, il codice deontologico dovrebbero rispettarlo i giornalisti, per la D'Urso l'unico dovere professionale è fare share e gongolarsi su Twitter come una bimbominkia. Perchè denunciare solo lei e non monitorare anche programmi di signori con tesserino? Per quel che mi riguarda, dalla D'Urso questo mi aspetto, sono i giornalisti che dovrebbero regalarci spettacoli migliori e regalarli al proprio ordine, perchè poi il confine tra quelle che il buon Iacopino chiama "soubrette" non titolate e gli avvoltoi titolati diventa piuttosto sottile".
Per Barbara D'Urso denunciata dal presidente dell'Ordine Iacopino è scesa in campo pure Mara Venier. "Barbara D'Urso la capisco benissimo. Ci sono passata anche io per le interviste ai leader politici a Domenica In - ha spiegato la conduttrice all'Hoffington Post - Ogni domenica sera l'Ordine dei Giornalisti faceva un comunicato tuonando contro di me, dicendo che io non potevo fare quelle interviste perché non ero giornalista".
E persino una firma prestigiosa con Pierluigi Battista ha twittato: "Fra Barbara D'Urso e l'Ordine dei giornalisti di conio fascistico, mille volte Barbara D'Urso".
Il presidente dell'Ordine Iacopino ha allora sentito l'esigenza di replicare sempre attraverso il social. "C'è chi dispensa buoni sentimenti a piene mani. Scrive (benissimo). cose finalizzate a migliorare la società e a tutelare i diritti dei cittadini. Ma se l'Ordine dei giornalisti interviene contro la tv del dolore - quella che frugava morbosamente nella vita di Sarah Scazzi, di Melania Rea, di Yara Gambirasio e oggi fa altrettanto in quella di Elena Ceste - si indigna, urlando alle violazione della libertà. Orecchianti di quel che garantisce l'articolo 21 della Costituzione, scrivono che tra l'Odg e Barbara D'Urso stanno con quest'ultima e con i suoi diritti. C'è, tra costoro, chi in passato manifestava indignazione perfino per la presentazione del libro di una giornalista nella sede dell'Odg. Sono i cultori della democrazia strabica: quel che non mi corrisponde è sbagliato e non va fatto. Sopravviverò alle loro insolenze, con il conforto di migliaia di persone che hanno una diversa sensibilità. Davanti alla TV del dolore (il mio incarico mi impedisce di usare espressioni più forti) IO STO CON I FIGLI DI ELENA CESTE. Lascio ad altri il diritto di bearsi dell'olezzo della spazzatura", ha scritto stamane sulla sua pagina su Facebook.
E ancora: "E' partita la strana orchestra. Carissimi "nemici" scendono insieme in campo a difesa della signora Barbara D'Urso. Non mi riferisco ai cittadini che gradiscono quel tipo di trasmissioni. Ci mancherebbe altro! Parlo di altre soubrette, di qualche raffinato commentatore, di alcuni "signor no". Li ritroveremo tutti o quasi, immagino, prossimamente nel salotto strappalacrime. Quel che mi indigna è il silenzio delle associazione delle donne. Elena Ceste, morta ammazzata, diventa carne per le esibizioni a raffica di fidanzati, veri o presunti (manca quello delle elementari) e stanno tutte in silenzio. Viva la coerenza! Quel che mi disgusta è il silenzio di tutte quelle altre associazioni che dicono di preoccuparsi del benessere dei minori. I figli di Elena Ceste che cosa sono? Vergogna".
La querelle continua, ma la denuncia a Carmelita ormai è partita.