Carmen Consoli a Grazia che le dedica la cover nel numero in edicola ha spiegato per la prima volta perché ha deciso di avere un figlio da sola grazie alla fecondazione assistita. La cantante 41enne, legatissima al padre che ha perso nel 2009, ha appena annullato la tournée internazionale. Il 25 novembre si sarebbe dovuta esibire a Parigi, dopo gli attentati ha deciso che non voleva più farlo. Non se la sentiva di 'fingere', la sua musica racconta se stessa e lei ha pensato che la gente merita solo la sincerità. Ha deciso di avere un figlio da sola, Carlo, 2 anni, dopo che il papà se n'è andato. Lo ha fatto con la fecondazione assistita. "E' stato proprio il mio papà a suggerirmi l’idea di avere un figlio da sola. Da tempo mi diceva ridendo: “Voglio un piccolo Consoli, ma non mi mettere estranei in casa, non ti maritare”. Lui era così: anticonformista, libero, convinto della enorme superiorità delle donne", ha raccontato.
Carmen Consoli voleva la maternità: "Lo desideravo tanto, credo di essere nata mamma. Ma stavo diventando grande e avevo voluto una vita che non mi aveva permesso di costruire un rapporto solido con un uomo che potesse diventare il padre dei miei figli. Poi ho visto Gianna Nannini diventare madre a più di 50 anni, sola. E ho pensato: “Allora si può fare”. Così ho deciso di andare all’estero per una fecondazione assistita. E' stata un’esperienza molto forte, molto bella".
Suo figlio non ha un padre, strana decisione per una donna che ha amato moltissimo il suo... "Ci ho pensato a lungo. Ho avuto un papà fantastico, togliere questa figura a mio figlio non è stato facile. Ma poi ho capito che la cosa importante sarebbe stata garantirgli un nucleo di amore. E questo c’è: il mio bambino cresce circondato da una grande famiglia. E poi, per la fecondazione assistita, ho scelto un donatore disponibile a essere contattato, se e quando Carlo vorrà conoscerlo. Non voglio che mio figlio cresca cercando suo padre negli occhi di tutti gli uomini: se vorrà incontrarlo, lo farà". Carmen Consoli stessa è curiosa di vere l'uomo che l'ha resa madre: "Moltissimo. Anche se mi sono fatta un’idea di lui. Me lo immagino come una specie di vichingo: grande e grosso, perché Carlo è così. Secondo me il donatore è un uomo buono e intelligente, io certe cose le sento".
Il dolore per la perdita del papà, poi la gravidanza: Carmen è stata lontana dalle scene per 5 anni: "Ho preso il tempo che la vita mi chiedeva. Ho scelto di attraversare il dolore. E di vivere la mia maternità fino in fondo. L’ho fatto come tutte, vivendo una gravidanza". Per Carlo c'è sempre, lo allatta ancora perché crede che il suo latte gli faccia bene. Carmen ha tanta magia dentro, un sesto senso. Ora l'amore, quello di un uomo, non le serve: "Sono convinta che troverò l’amore della mia vita a 55 anni e mi sposerò. Adesso faccio la mamma. Sto dentro ogni cosa della mia vita, profondamente".
La sua vitalità, la sua voglia di essere la deve ai genitori: "A mio padre e a mia madre. Lei è un tipo tostissimo. E' “bedda beddissima”. Una che a 70 anni ha imparato a usare i social. Una che mi ha accompagnato all'estero per scegliere il padre del mio bambino. Insieme abbiamo sfogliato i cataloghi, abbiamo ragionato, deciso. Un momento struggente, surreale, magnifico".