Arrivata all'hotel della Russie tra i tanti appassionati, si fa notare una fotografa che mi rivela: "Quanto è bello!". Lui a pochi centimetri sorride: la Nostra non sa che Colin Firth arrivato a Roma per "L’importanza di chiamarsi Ernest" parla molto bene l'italiano e sorride alla sua rivelazione. Non ci troviamo di fronte al solito divo che ha appreso l'italiano per caso (vedi Di Caprio): il bellissimo e affascinante attore che ci ha divertito per le sue interpretazioni ne "Il Diario di Bridget Jones" e "Shakespeare In Love" ha sposato un'italiana di Roma.
Non ha neanche bisogno della simpaticissima traduttrice. E' a proprio agio con i colleghi e le colleghe giornaliste che vogliono sapere molto di lui e dei suoi compagni di lavoro. Ha parlato straordinariamente bene di Renee Zellwegger alias Bridget: "Era l'unica sul set di 'Bridget Jones' a sorridere sempre. Anche quando eravamo stanchi e giravamo continuamente di notte. Alle 5 della mattina era l'unica che ancora aveva la forza di sorridere. Gli uomini? Forse sul set sono anche piu' terribili delle donne".
"Hugh Grant? Un perfezionista.
"Rupert Everett? Ho lavorato con lui 25 anni fa, non eravamo a nostro agio, adesso siamo diventati grandi amici.
"Il Diario di Bridget Jones2? Come ha già detto Hugh Grant (venuto a Roma con la Bullock) non si sa se verrà girato. E io non so se ci sarò"
"Recitare commedie è anche più difficile di fare ruoli drammatici, il modo di recitare vicino al dramma è quello che viene sempre preso in considerazione come esempio più alto di recitazione, e molte volte questo tipo di interpreatzioni vengono premiate. Ma non è così. E' più difficile interpretare un ruolo di commedia"
Tra il cinema e il teatro cosa sceglie Colin? "Sicuramente teatro, c'è continuità e regolarità nel lavorare in teatro, nel cinema alle 9 di mattina pranzi con tua moglie, alle 11 la uccidi, alle 13 fai l'amore con lei, alle 15 non si girà più perchè piove. Se mi sono sentito bene a recitare con Oliver Parker (che oltre ad essere regista e anche attore)? Non è come si dice. Non è detto che se un regista è anche attore può capire i problemi di noi attori. L'importante è trovarsi in sintonia, avere un regista intelligente e capace di comunicare e con lui mi trovo benissimo. Con chi vorrei lavorare? Sicuramente con Muccino, ci siamo incontrati, ho visto 'L'ultimo bacio' e 'Come te nessuno mai' e mi sono piaciuti molto"
Finisce la conferenza, la solita trafila degli autografi, lui simpaticamente resta seduto a firmare foto e press-book, qualche giornalista un pò curiosa vuol sapere di più su sua moglie: "Si chiama Livia (rispondendo in italiano) posso dirvi che con lei parliamo sempre in inglese a me però piace moltissimo la vostra lingua". E si è visto!
Foto: dalla Rete