Cristiano Ronaldo fa affari d’oro, anche con la calvizie. Apre con la compagna Georgina una nuova clinica per il trapianto di capelli, ciglia e barba a Madrid. Il calciatore ha affidato l’amministrazione del business che si annuncia milionario nelle mani della donna che ama e dorme sonni tranquilli, pensando a quanto si metterà in tasca.
Georgina e Cristiano Ronaldo aprono una nuova clinica per il trapianto dei capelli e non solo. La Insparya Hair Medical Clinic viene inaugurata davanti alla presenza del fuoriclasse portoghese e della sua avvenente mora, madre di Alana Martina, l’ultimogenita del calciatore della Juventus. Georgina non è la sola ad amministrare lansparya. Con la 25enne c'è Paulo Joaquim Silva Ramos, cofondatore al 50% della società spagnola. L'altro 50% è proprio nelle mani del 5 volte pallone d’oro 34enne.
Come scrive Il Sole 24 Ore, si prospettano affari da mille e una notte. Il socio Paulo Ramos è un vero esperto nel business del trattamento tricologico. In dieci anni ha aperto strutture del genere In Portogallo a Porto, Lisbona e Algarve.
E’ stato un successo. In questo lungo lasso di tempo nelle sue cliniche portoghesi sono stati effettuati oltre 35mila trapianti. “Alla media di 4mila euro a intervento (ma si può salire anche a 12 mila euro) fa 140 milioni di fatturato. E i ricavi (e gli utili) non potranno che crescere, visto che l'alopecia è riconosciuta come malattia dall'Organizzazione mondiale della sanità e colpisce oltre il 50% degli uomini e quasi il 30% delle donne in tutto il mondo”, sottolinea il quotidiano economico-finanziario più diffuso.
Cristiano Ronaldo non sbaglia un colpo e con Georgina apre la clinica per il trapianto dei capelli. Questo è solo il primo di una serie di investimenti che li porterà a sbancare il mercato. La clinica in questione si estende su 2500 metri quadrati. Ci lavorano circa 150 specialisti, pronti a operare ogni giorno in 18 sale operatorie. Facendo i conti in tasca allo sportivo, si stima che al costo di 4mila euro a intervento, ogni giorno entreranno in cassa almeno 72mila euro, che, moltiplicati per un anno (escludendo le domeniche), fa 22,5 milioni di euro. Mica male.
