- L’attore 51enne si è trasformato per interpretare un moderno Jago
- La sua ultima pellicola, Non sono quello che sono, è una trasposizione in romanesco dell’Otello di Shakespeare
L’ha fatto per amore dell’arte e anche per distruggere, anche se solo momentaneamente, la sua immagine da bravo ragazzo. Edoardo Leo si è trasformato per interpretare un moderno Jago. La sua ultima pellicola, Non sono quello che sono, è una trasposizione in romanesco dell’Otello di Shakespeare. La tragedia è ambientata a Ostia, nei contesti malavitosi di questa cittadina alle porte di Roma. L’attore 51enne a Il Messaggero parla dei 22 chili presi per il film. “Per perderli se n’è andato un anno, un inferno”, confessa.
“Volevo liberarmi dall’immagine del bel ragazzo con le spalle larghe che fa le foto glamour con lo smoking, volevo disintegrarla”, sottolinea Leo. “Ci sono voluti tre mesi e qualcosa. Prendere 22 chili è stato bellissimo. Ho mangiato pasta a pranzo e cena tutti i giorni. Per perderli se n’è andato un anno, un inferno”, rivela.
“La trasformazione fa parte del mio mestiere. E’ bello diventare un altro. Psicologicamente è stato faticoso e doloroso, ma rivedendomi non mi sono riconosciuto, quindi è andata bene”, chiarisce ancora Edoardo.
L’artista romano poi sulla sua immagine e la scelta fatta spiega: “L’etichetta del bello e simpatico se la ritrovano addosso tutti quelli che hanno successo inevitabilmente. Non voglio restare confinato nel recinto dorato delle commedie che, sia chiaro, continuo ad amare”, conclude.
Nel suo film affronta il terribile tema del femminicidio, Leo ha voluto raccontarlo: “Nel 2023 finora siamo arrivati a 79 donne ammazzate, quindi viviamo un’emergenza. In qualche modo ho sempre fatto così: anche nelle commedie più divertenti ho affrontato temi come lavoro, crisi economica, fallimento personale”.