Elena Santarelli, opinionista fissa di “Italia Sì!”, programma condotto su Rai Uno da Marco Liorni, sale sul podio e denuncia gli haters, si scaglia contro di loro. Da tempo è alle prese con la difficile lotta del figlio Giacomo che combatte contro un tumore cerebrale che lo ha colpito, da quel momento in poi i ‘leoni da tastiera’ non hanno smesso un instante di bersagliarla con le loro critiche, giudicandola senza pietà.
Non ha mai lucrato sul tumore del figlio. Elena Santarelli è arrabbiata e va contro gli haters, a “Italia Sì!” dice: "Sono una mamma di 37 anni, con due meravigliosi bambini. Da un anno e due mesi tengo strettissima la mano di mio figlio per accompagnarlo in una battaglia che non è solo la mia, ma quella di tante famiglie in tutto il mondo. A mio figlio è stato diagnosticato un tumore cerebrale. A parte la tristezza e il senso di vuoto dei primi mesi, con mio marito e la mia famiglia abbiamo affrontato questa lotta con tanta forza e con il sorriso. Mi ritengo fortunata nonostante tutto. Ma ogni sabato, da quando ho ripreso a lavorare, sono presa di mira dagli haters: sono persone che odiano, non che invidiano o sono gelose, che odiano semplicemente. Persone per cui è facile andare a insultare nella pagina di un personaggio famoso”.
“Quale sarebbe la mia colpa? Quella di essere una cattiva madre? Di lasciare a casa mio figlio perché vengo a lavorare qui tutti i sabati? Oppure mi dicono di aver spettacolarizzato la situazione. Io non ci sto. Non ho mai spettacolarizzato la situazione di mio figlio. Anzi, ho prestato il mio volto per aiutare la ricerca e i risultati sono arrivati. Sono la madrina del progetto HEAL e i risultati sono arrivati: ci sono state donazioni di tutti tipi, anche fino a 60mila euro”, continua ancora Elena Santarelli.
Dice basta agli haters. A “Italia Sì!” Elena Santarelli combatte contro gli ‘odiatori’. "Non ho mai fatto vedere la foto di mio figlio senza capelli, sarebbe stato troppo facile! Non sono mai andata in televisione a piangere dalla mattina alla sera. Sono andata una volta per fare chiarezza e spiegare, e ho fatto un'intervista al Corriere della Sera, e sempre comunque per aiutare la ricerca, quando Bobo Vieri ha sposato la nostra ricerca. Se non promuovo io questa iniziativa, chi dovrebbe farlo? Sono convinta di essere una bravissima mamma come ce ne sono tante lì fuori, sono stanca di sentirmi dire con parole pesanti come ‘poco di buono’, per dirne una, o di non andare a lavorare per stare con mio figlio. Sono mesi ormai”, aggiunge ancora.
Ha rifiutato altri lavori, ha accettato questo perché ora il figlio può fare la chiemio in day hospital e non più in ricovero. Elena Santarelli precisa ancora: “Ricordo poi che esiste la legge 104, che autorizza le persone a chiedere delle ore libere dal lavoro per stare vicini ai famigliari. In quanto artista non ho diritto a questa legge, ma ho diritto a usare il cervello che ho: ho accettato questo lavoro proprio perché mio figlio è entrato in un regime di chemioterapia in day hospital e non più in ricovero. Lui può farla nei giorni durante la settimana dal lunedì al venerdì, altrimenti non avrei mai accettato questo lavoro di sabato”.
"Non bisogna ignorare questi commenti - prosegue la Santarelli - Non ho mai lucrato sulla malattia di mio figlio e si può controllare. Ci sono persone cui l'ho spiegato e qualcuno ha chiesto scusa. Poi ci sono gli odiatori peggiori che credono di sapere tutto".
“Ho altro a cui pensare in questo momento, ma mi sono segnata tutti i messaggi in questione. Non serve cancellare, perché ho tutti gli screenshot. I miei haters li porterei con me a vedere il reparto dell'oncologia. E poi la cosa peggiore è che questi commenti ricevono molti like e alcuni di questi sono fatti da mamme coi bambini in braccio. Ma come possono?”, fa sapere ancora provata. In studio è confortata da Barbara Strappato, vice questore della Polizia Postale, che spiega come le forze dell’ordine si adoperino per rintracciare queste persone. Elena non esclude affatto di sporgere prima o poi denuncia.