Elliot Page conquista la copertina di Time: è la prima dopo il coming out da transgender. Impegnato affinché violenze e pregiudizi basati sull’identità di genere cessino al più presto, condivide la sua cover sul social e scrive: “Con profondo rispetto per coloro che sono venuti prima di me, gratitudine per coloro che mi hanno sostenuto e grande preoccupazione per la generazione di giovani trans che tutti dobbiamo proteggere, vi prego di unirvi a me e di condannare la legislazione transfobica, l’odio e la discriminazione in tutte le sue forme”.
Elliot Page, diventato famoso come Ellen Page grazie alla sua interpretazione in “Juno”, nel 2014 ha fatto coming out come lesbica, nel 2017 ha sposato la coreografa Emma Portner, da cui ha divorziato quest’anno, e solo lo scorso dicembre è riuscito a dichiararsi come un ragazzo trans. Da poco tornato sul set di The Umbrella Academy prodotta da Netflix, a Time dice: “Sono pienamente ciò che sono”.
“Sono davvero entusiasta di recitare, ora che sono pienamente chi sono, in questo corpo. Non importa le sfide e i momenti difficili che ho dovuto passare, niente equivale a sentirsi come mi sento ora”, sottolinea Page nell’intervista al giornale.
“Voglio vivere ed essere chi sono. Già a 9 anni mi sentivo un ragazzo. Volevo essere un ragazzo. Chiedevo a mia madre se un giorno avrei potuto esserlo”, racconta. Poi spiega il suo malessere dovuto anche all’inizio di una carriera precoce: “Sono diventato un attore professionista all’età di 10 anni. Naturalmente dovevo avere un certo aspetto”. L’aspetto femminile, però, non era il suo.
“Non mi sono mai riconosciuto - sottolinea Elliot - Per molto tempo non riuscivo nemmeno a guardare una mia foto”. A 21 anni è arrivato al successo internazionale con “Juno”, film in cui interpretava una sedicenne incinta. Le pressioni sono aumentate.
Quando nel 2014 ha confessato di essere gay, ne è stato felice, ma il passaggio non è stato risolutivo: “La differenza tra come mi sentivo prima di dichiararmi gay e dopo era enorme. Ma il disagio nel mio corpo è mai andato via? No, no, no, no”.
Page, grazie a esempi illustri, ha continuato il suo percorso verso la mascolinità. L’isolamento e la pandemia lo hanno aiutato: “Ho avuto un sacco di tempo da solo per concentrarmi davvero su cose che, in tanti modi, inconsciamente, stavo evitando. Sono stato finalmente in grado di abbracciare l’essere transgender e lasciarmi diventare pienamente chi sono”.
Elliot Page svela di essersi sottoposto a una mastectomia. Così si piace: “Ha trasformato completamente la mia vita, non mi ha cambiato la vita, me l’ha salvata”. Era caduto in passato in depressione, ora sta meglio. “Noi (transgender, ndr) sappiamo chi siamo. La gente si aggrappa a certe idee fisse sul genere perché la fanno sentire al sicuro - dice - Ma se potessimo celebrare tutte le meravigliose complessità delle persone, il mondo sarebbe un posto migliore”.