- I due sono sposati dal 2003, hanno due figlie, Vittoria, 19 anni, e Luisa, 17
- “Se viviamo in un rapporto in cui il tradimento è contemplato? Sì, è cosi”
Emanuele Filiberto di Savoia a Belve ammette che nel suo matrimonio ‘le corna’ sono contemplate. "Purtroppo i tradimenti sono successi", così dice candidamente a Francesca Fagnani che vuole indagare sul rapporto del principe con la moglie Clotilde Courau. Il 51enne figlio di Vittorio Emanuele e di Marina Doria, e l’attrice francese 54enne sono sposati dal 2003 e sono genitori di Vittoria, 19 anni, e Luisa, 17.
La giornalista domanda a Emanuele Filiberto dei tradimenti. Più volte il sangue blu è stato sorpreso con altre donne: le foto paparazzate sono immancabilmente finite sui giornali. “Tradimenti? Purtroppo sono successi: ci sono state delle spiegazioni, ci sono stati dei perdoni, non subito”, ammette lui. E aggiunge: “Se viviamo in un rapporto in cui il tradimento è contemplato? Sì, è cosi. C’è un grandissimo amore e un grandissimo rispetto tra di noi, ed è andato oltre i tradimenti”.
Il rampollo di Casa Savoia parla anche della droga, di cui ha fatto uso in passato: “L’uso di droghe? E’ una cosa che ho sempre detto. Va con il fatto di esser chiusi, introversi, di non poter affrontare l’altro in una maniera normale e sana come oggi potrei fare. Questi paradisi artificiali ti aprivano e ti facevano mostrare dei sentimenti che normalmente non avresti mai mostrato. Che tipo di droghe ho usato? Ce ne son state parecchie, però a quell’epoca andava molto la cocaina purtroppo”.
Sul nonno Umberto II presunto gay, inserito da un editore in un dizionario dedicato ai capi di stato omosessuali e bisessuali, e della relativa denuncia da lui presentata, Emanuele Filiberto spiega: “Era una cavolata. Prima di tutto non si parla dei morti, e soprattutto non si parla dei morti per dire una cosa che è una stupidaggine. mio nonno ha avuto una moglie, ha avuto quattro figli, e tutt’un tratto fai uscire questa cosa. Si chiama una gran bugia, scriverlo su un libro. ma poi dammi delle prove, no? No, niente”.
Affronta anche lo spinoso tema delle leggi razziali: Vittorio Emanuele III re d'Italia autorizzò l'emarginazione degli ebrei italiani sottoscrivendo le leggi razziali del regime fascista nel 1938. “Mio padre ha sbagliato a non chiedere scusa per le leggi razziali. E’ una persona che ha avuto per sua educazione un grandissimo rispetto della sua famiglia e del suo casato. Io avrei voluto che facesse quello che ho fatto io ben dopo: mi scuso per le leggi razziali. Però qualcosa che lui ha avuto più di me, che è il rispetto per la sua famiglia e la sua storia, non poteva fargli dire queste cose. Questo è stato sbagliato”.