- La 38enne pensa che l’emancipazione delle donne passi dall’indipendenza riproduttiva
- “Non siamo libere di gestire il nostro corpo e questa è una violenza”
Emma Marrone è fermamente convinta che l’emancipazione femminile passi anche dall’indipendenza riproduttiva. A Vanity Fair la cantante 38enne rivela: “Ho conservato il tessuto ovarico”. Poi contesta le leggi Italiane che non permettono alle donne di gestire il loro corpo. “Questa è una violenza”, sottolinea la salentina. Polemicamente si domanda: “Perché devo andare in Spagna per fare la fecondazione assistita e in Italia non posso?”.
“Non siamo libere di gestire il nostro corpo - afferma Emma - e questa è una violenza. Viviamo in un Paese in cui una donna per avere un figlio da sola deve andare all’estero perché la fecondazione assistita non è prevista. Non puoi andare dal tuo ginecologo a chiedere il seme di un donatore perché vuoi un figlio. Nemmeno quando hai quarant’anni e sai benissimo che l’amore della tua vita non lo troverai presto”.
La Marrone parla anche di malattia, lei conosce bene l’argomento: ha dovuto lottare contro un tumore e ancora oggi è regolarmente sottoposta a controlli periodici per verificare che vada tutto bene e non ci sia nuovamente una recidiva. “Quante donne perdono la fertilità a 40 anni per la leucemia e non c’è un medico che spiega loro la conservazione degli ovuli? E cosa ti rispondono? Se Dio non lo vuole, allora non va bene - sottolinea l’artista - Ma perché io devo andarmene in Spagna a fare questa cosa e non posso farla nel mio Paese?”.
Emma confessa: “Io ho conservato il tessuto ovarico. Mi infervoro su questi argomenti perché conosco tante donne che si sono dovute trasferire all’estero per concepire un figlio da sole. Perché qui bisogna essere costrette a fare un figlio solo con un uomo? In Italia, poi, un uomo studia e può raggiungere una posizione di potere, una donna fatica il doppio e viene messa in dubbio alla prima maternità. Questa, ripeto, è violenza”.