Emma Marrone, prima intervista dopo l’intervento e la paura della malattia: 'Mi sono aiutata da sola’

Emma Marrone parla a Vanity Fair. La cantante salentina concede la sua prima intervista dopo l’intervento e la paura per la malattia a Simone Marchetti, direttore del settimanale. Racconta il difficile momento vissuto, ma anche la forza con la quale ha reagito al terribile momento vissuto. Lo ha fatto non solo per se stessa, ma pure per la sua famiglia, per i propri cari. “Non ho fatto vedere nemmeno a mia madre quanto dolore provavo veramente”, confessa con la voce rotta.

Emma Marrone, prima intervista dopo l’intervento e la paura della malattia: 'Mi sono aiutata da sola’
Emma Marrone concede la prima intervista dopo l’intervento e la paura della malattia

Dopo l'intervento, mi sono tirata giù dal letto subito, perché per me era più importante mostrare alle persone a cui voglio bene che c'ero e che stavo bene”, racconta Emma Marrone al giornale. La 35enne poi, parlando di come la mamma abbia appreso la notizia della malattia, aggiunge: "Non ho fatto vedere nemmeno a mia madre quanto dolore provavo veramente. Però per la prima volta ho visto mia madre piccola”.

Emma Marrone nella sua prima intervista dopo l’intervento ci tiene a sottolineare che si è aiutata da sola a venirne fuori. "Non vorrei sembrare presuntuosa, però io mi sono aiutata da sola. Per quanto tanti ti dimostrino amore, famiglia, amici e altri, poi sei tu che ci devi fare i conti”, spiega.

“E' stata la mia testa, il modo in cui mi sono proposta sin dall'inizio nei confronti delle situazioni - continua l’artista - Sono una combattiva e ho sempre cercato di vedere il bicchiere mezzo pieno. Anche nei momenti più tremendi. Dico sempre che esiste un Karma. Se è successo a me, come succede a tanta gente, è perché doveva andare così e poi ci sarà un risvolto positivo, C'è sempre". 

La cantante 35enne intervistata dal direttore del settimanale Simone Marchetti

“Non è vero che non ho paura, io ho molta paura, perché la paura ti serve a non fare passi falsi, a essere azzardato - sottolinea Emma quando le si domanda come faccia a essere apparentemente a essere così libera e senza paura - Non sono una che professa finte libertà, io sono libera veramente. Fino in fondo. Più che dirlo a parole, lo dimostro con i fatti. Non perché questo mi renda migliore degli altri. Io sono sempre stata così. Libera. Se non dico quello che penso vado a letto con il mal di pancia la sera e preferisco buttare fuori che tenere dentro, poi ci si ammala. Si vive una volta sola e voglio dire sempre quello che penso, perché magari, un domani, sarà di buon esempio per qualcun altro”.

La scoperta del ritorno della malattia è stata devastante: "Ho pianto per due giorni perché ho imparato che tirare fuori tutto subito è meglio di covare il dolore, ma ero nera. Sentivo che la vita mi stava togliendo una possibilità. Ai medici continuavo a dire: 'Fatemi cantare al concerto'. 'Vasco Rossi ha scritto un pezzo per me', 'Non posso andare a Malta e operarmi dopo?'". Le hanno detto che non era possibile.

"Ho dovuto accettarlo e ho capito una cosa fondamentale. Che accettare non significa farsi andare bene ogni cosa o aspettare passivamente quel che ti accadrà, ma costruire la propria serenità - spiega Emma - Ho avuto un problema di salute, ma non l’ho combattuto né respinto. L’ho fatto mio, l’ho digerito, me lo sono fatto fatto scivolare addosso. Non sono arrabbiata e non sto combattendo. Per accettare una cosa del genere è necessaria molta più consapevolezza di quanto non ne serva per combattere. Accettare di stare di nuovo male mi ha aiutata ad arrivare all’intervento con serenità. Sono entrata in sala operatoria col sorriso e ne sono uscita nello stesso modo. L’operazione non mi ha incattivito: non sono arrabbiata con la vita, al limite alla vita sono grata".