"Non ho chiuso occhio per l'agitazione. E pur non essendo una persona che lo fa molto spesso, ho detto una preghiera per quelle persone". Queste le parole che Emma Marrone ha rilasciato al Corriere Della Sera per commentare quanto accaduto nella sua amata Puglia. La cantante ha ricevuto in Spagna la notizia del tragico scontro fra i due treni: "Sono in vacanza - ha raccontato - ma continuo a informarmi. Sui giornali online e sui social ho visto quella foto dei due treni dall'alto. Quando ho capito che era accaduto nella mia Puglia è stato un colpo".
"Qualcosa di temendo, racconta di una tragedia e di un'ingiustizia per quelle vittime e per le loro famiglie - ha aggiunto Emma Marrone - C'è chi ha perso un compagno, un figlio, un amico, un parente... Preferirei però partire da come è stata affrontata questa tragedia dai pugliesi. Non lo dico per campanilismo, ma è la realtà dei fatti. Ho visto un lavoro di squadra coordinato che ha coinvolto ospedali, vigili del fuoco, forze dell'ordine e volontari. E' uscito lo spirito e il cuore dei pugliesi. Questo è il Sud: se c'è da buttarsi fra le macerie nessuno si tira indietro".
Dopo il dolore arriverà la rabbia: "La gente si deve incazzare", ha sottolineato la cantante. E lo scontro fra i due treni si poteva evitare: "E' inaccettabile che nel 2016 ci siano ancora tratte ferroviarie con chilometri in cui c'è un binario unico - ha detto Emma Marrone - I politici accorrono solo quando ci sono i morti. Adesso non servono, sono inutili. Sento già arrivare il pregiudizio contro il Sud, non solo la Puglia: ignoranti e sempliciotti, gente rimasta al carretto. Sembra che queste terre siano soltanto una risorsa da sfruttare per il grande cuore delle persone e per il mare da giugno ad agosto".
"Era il treno che prendevo da ragazzo per andare a scuola", ha raccontato Riccardo Scamarcio sempre al Corriere Della Sera. L'attore, che è di Trani, ha poi aggiunto: "Noi non lo chiamavamo nemmeno 'treno', ma 'trenino' perché non andava a velocità elevata, era una specie di metropolitana che collega Bari a Barletta e si ferma in tutte le stazioni intermedie. Me le ricordo le persone che incontravo là sopra: studenti come me, impiegati, insegnanti... Tutti pendolari. Mi fa una sensazione davvero strana pensare che su un trenino del genere, su cui sono salito tante volte, possa essere successa una tragedia tanto grande. Prendiamo continuamente frecce che procedono ad altissima velocità, saliamo su aerei che ci portano dall’altra parte del mondo e poi su una locomotiva domestica e innocua può succedere una simile catastrofe... Sono attonito e profondamente addolorato".