La vicenda era di quelle da incuriosire tanti, travalicando il gossip ed arrivando nelle aule giudiziarie: niente di più succoso, per pubblico e media, di una losca avventura che vede protagonista una redenta star a luci rosse, il suo ex marito e tante giovani e belle signorine che, con le loro sexy movenze, hanno per anni allietato le notti insonni di tanti maschietti.
Così, la Paperetta sprint Eva Henger, tutta reality e Gabibbo, si è ritrovata con il suo ex marito Riccardo Schicchi, a fare i conti con una pesante accusa e con un’altrettanto pesante condanna.
Ma questa è storia già di qualche giorno fa.
Quel che invece è stata poco considerata, a livello mediatico, è stata la reazione delle altre persone coinvolte in questa storia: la coppia non è la sola ad aver pagato per questa vicenda, che risale al 1997: sono stati condannati anche diversi ex porno attori e personaggi che gravitavano nell’entourage di Schicchi, tra i quali Andrea Autullo, meglio conosciuto dagli amanti del genere porno come Andy Spyder. E proprio Andrea, ormai ritirato dalle scene rosse del jet set hard, ha scritto a GossipNews per lanciare un grido, finora inascoltato. Rabbia e tanta voglia di rialzare la testa, dopo una ‘storiaccia’ simile.
“Vorrei dimostrare tutta la mia indignazione”, dichiara Autullo a GossipNews, “non solo per la condanna ricevuta, alla quale mi ritengo estraneo, ma soprattutto per le cose omesse dai giornali e telegiornali, che, all’indomani della sentenza, hanno pensato - chiaramente perchè più famosa - di proclamare la innocenza della signora Henger, dimenticandosi di noi”.
Dopo aver ribadito di nuovo la completa innocenza di fronte ad accuse gravi che pesano come macigni, Autullo rivela: “Io, in arte Andy Spyder, facevo l’attore hard, attività che ho concluso nel lontano 1998, per colpa di questa spada di Damocle sulla mia testa. Sono passati 8 anni e si è finalmente concluso il calvario, anche se con una condanna. Voglio ricordare a tutti la mia pena, le difficoltà nel trovare un lavoro onesto per colpa di una accusa orribile mossa nei miei confronti. Ovunque ricevevo garbati ‘no’ a domande di assunzione. Andai anche in prova in un’agenzia investigativa e, dopo aver superato vari test, mi sentii dire che non potevo diventare operativo proprio perché avevo in corso un processo che mi vedeva coinvolto”.
Disincantato da una società che spesso dimentica i più deboli, Andrea Autullo ribadisce con forza la sua voglia di un mondo migliore: “Perché nessuno parla di noi? Forse si da’ per scontato che siamo colpevoli, ma non è così. I grandi giornali non hanno neanche scritto i nostri nomi, negli articoli dedicati alla notizia. Con questa lettera sottolineo la mia innocenza ancora una volta e mi unisco con il pensiero agli altri condannati. Voglio dire loro di farsi coraggio: la vita continua. Non abbattetevi! Dopo una caduta, rialzatevi sempre, anche se il ruzzolone lascerà i segni su di voi per sempre…”.
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