- “Per me era semplicemente il mio papà, lo vedevo spesso, però non avevo idea di chi fosse”
- A spingere a riconoscere il ragazzo fu la moglie del cantante, Carla Galli
Nico Cutugno per la prima volta va in tv. Il figlio 34enne di Toto Cutugno, nato da una relazione extra-coniugale, si siede nello studio di Domenica In, ospite di Mara Venier. Parla del padre, morto il 22 agosto 2023 a 80 anni, sconfitto dal tumore alla prostata. “Per me era semplicemente il mio papà, lo vedevo spesso, però non avevo idea di chi fosse”, rivela.
Fu la moglie del cantante, Carla Galli, a spingere l’artista a riconoscere il ragazzo. Cutugno stesso lo raccontò: “Carla poteva cacciarmi di casa e invece non l’ha fatto. La prima cosa che mi disse fu di riconoscere mio figlio e dargli il mio cognome”.
“Per me era semplicemente il mio papà, lo vedevo spesso, però non avevo idea di chi fosse, che avesse una vita pubblica, che tutti lo conoscessero”, dice Nico. Ha scoperto che il papà era famoso a 8 anni. “Ero in macchina con lui e in radio c’era una sua canzone. Lui guidava, io ero a fianco, e c'era qualcosa che non mi tornava perché il timbro della voce era comunque molto riconoscibile, quindi sembrava un po’ strano perché lui mi aveva detto che faceva l'ingegnere. Era comunque un modo per tutelarmi e per proteggere un po’ anche la mia privacy, e probabilmente anche la sua”, svela.
“Poi in realtà l'ho scoperto perché a un certo punto è uscito questo articolo sui giornali e quindi me l'hanno dovuto dire e in particolare è stato il mio bisnonno a dirmelo. Venne da me e mi disse: ‘Nico, tuo padre è Toto Cutugno’, mi ha spiegato che era un cantante. In modo molto diretto, senza fare tanti giri. Perché mia mamma non mi disse nulla? L’ho sempre vista come una forma di tutela. Che poi questa relazione, il fatto che io sia nato, è comunque una cosa che è nata dall'amore. Quindi non c'è niente di sbagliato”, aggiunge.
“Ho sempre sentito molto amore da parte sua, ma anche estremamente giovanile, era molto alla mano anche con i miei amici dovunque andassimo, era sempre molto scherzoso ma ci teneva al tempo stesso che io avessi diciamo quelle due o tre regole di rispetto, educazione. Quindi magari si, ricordo che, laddove a volte possa essere stato insomma inopportuno, si scaldava molto. Nel senso che diventava velocemente nervoso e quindi ti passava questa forma di severità in pillole, che però erano molto chiare”, spiega ancora Nico.
“La prima volta che gli hanno trovato un tumore avevo diciott’anni - confida il ragazzo - L’ha comunque vissuta a modo suo, nel senso che era come se lui quasi non avesse accettato questa cosa e quindi, invece di fare un decorso come tutti, non si è mai fermato e non si è preso del tempo per curarsi e per stare tranquillo. Mi ricordo che faceva la chemio durante la settimana e poi il weekend andava a fare i concerti, addirittura anche quando perse i capelli si era inventato questa cosa che era per partecipare a una fiction. È riuscito in qualche modo a combattere con grande coraggio, è stato un'enorme fonte di ispirazione vedere come proprio non si piegava a questa malattia”.
Il cancro ha afflitto Toto per gli ultimi 15 anni della sua vita. “Noi abbiamo sempre avuto una differenza d'età importante, aveva ottant'anni papà io ne ho trentaquattro, quindi il pensiero di perderlo c'è l'ho sempre avuto. Era una cosa che mi metteva grande paura il pensiero del dopo, perché è sempre stata una figura per me centrale. E quindi questo passaggio, questo messaggio se vogliamo chiamarlo così, non è stato tanto verbale ma è stato il fatto che comunque abbiamo condiviso letteralmente gli ultimi giorni della sua vita. Con grande tenerezza, con grande affetto. Spesso in silenzio, ed è stata proprio la presenza a curare un momento comunque drammatico come la fine di una vita”, precisa Nico.