- Il 73enne parla del futuro di Nathan Falco, 13 anni, avuto da Elisabetta Gregoraci
- “Ha finito quest’anno la terza media. Inizierà il liceo che farà in collegio e poi…”
Flavio Briatore sul social chiarisce la sua posizione dopo aver scatenato una polemica per le sue affermazioni in tv, a Cartabianca. “L’altro giorno sono andato da un falegname. Noi ci ritroveremo tra vent’anni dove non ci saranno più falegnami, muratori o gente che fa controsoffitti, perché oggi mandano i figli a scuola e all’università”, ha detto. Il 73enne spiega via social, con in video, il suo pensiero in merito e parla anche del futuro di Nathan Falco, 13 anni, avuto da Elisabetta Gregoraci. “Mio figlio partirà da zero facendo il cameriere”, sottolinea.
“Il mio ragionamento non è stato compreso. Non metto in discussione lo studio. Quando si finisce quel percorso di studi, se un giovane ha delle aspirazioni tipo diventare medico, ingegnere o avvocato fa benissimo a proseguire con l’università. Se invece non ha alcuna ambizione particolare e frequenta l’università solo per compiacere le aspettative dei genitori, questo è sbagliato e dico che è meglio che vada a lavorare”, chiarisce Briatore.
Sul figlio Flavio poi è eloquente: “Ha finito quest’anno la terza media. Inizierà il liceo che farà in collegio dove ci sarà anche una parte di food and beverage che potrà fornirgli le competenze per continuare il mio lavoro. Sia chiaro, partirà da zero come tutti, facendo il cameriere. E’ fondamentale se vuole un giorno diventare manager, partire dal basso come ho fatto io nella mia vita. Indipendentemente dalla sua posizione sociale, dopo il liceo viene a lavorare da me. Comincerà a fare il cameriere, non farà il padrone. Poi, dopo 6-7 anni, se merita farà il padrone”.
L’ex manager di Formula 1 parla anche del suo percorso: “Io ho fatto geometra. Ragioneria era troppo complicata perché non ho mai avuto grande predilezione per i calcoli. Una volta presa la maturità mi sono subito voluto inserire nel mondo del lavoro facendo anche cose che non mi piacevano, ma era importante iniziare. Abitando in un piccolo paesino di montagna, ho fatto il maestro di sci, poi il cameriere, vendevo e affittavo case, ho venduto assicurazioni. Prima c’era fame di lavoro, ambizione. Cosa che oggi non vedo in troppi giovani. Non sono nato ricco. La mia ricchezza me la sono costruita lavorando”.
Briatore oggi ritiene di essere penalizzato “perché in questo Paese c’è una enorme invidia sociale verso chi ce l’ha fatta. E' un retaggio culturale radicato. La ricchezza non viene vista come uno strumento che può generare lavoro ma un qualcosa di sporco da demonizzare e contrastare”.