''Stanno facendo enormi danni alle mie bambine'': Francesca Vecchioni contro la 'crociata' anti-LGBT del governo Meloni

  • La figlia di Roberto Vecchioni da anni impegnata nella difesa dei diritti della comunità gay
  • La 47enne, presidente di Fondazione Diversity e scrittrice, madre di due gemelle avute con l’ex compagna

Francesca Vecchioni sulle pagine di Gente si scaglia contro la 'crociata' anti-LGBT del governo Meloni. La figlia di Roberto Vecchioni, presidente di Fondazione Diversity e scrittrice, è da anni impegnata nella difesa dei diritti della comunità Lgbtq+. La 47enne è madre di due gemelle di 11 anni avute con la sua ex compagna Alessandra: nel 2018 hanno ottenuto dal sindaco il riconoscimento, quindi le piccole hanno legalmente due mamme. Stanno facendo grandi danni alle mie bambine, spiega.

''Stanno facendo enormi danni alle mie bambine'': Francesca Vecchioni contro la 'crociata' anti-LGBT del governo Meloni

La presidente di Fondazione Diversity e scrittrice commenta quel che sta accadendo in Italia. Il caso di Padova è esplicativo: la Procura ha impugnato gli atti di nascita di 33 bambini figli di due mamme, atti costituiti a partire dal 2017. Chiede che sia solo la madre biologica a riconoscere questi bambini. L’altra mamma, detta in termini tecnici “intenzionale”, dovrebbe adottare il proprio figlio per essere considerata tale da un punto di vista legislativo. Si tratta di bambini concepiti all’estero con le tecniche di fecondazione eterologa, una pratica legale in molti Paesi europei ma vietata in Italia alle coppie omosessuali.

Francesca è in allarme per quel che sta avvenendo. Su questo provvedimento dice: “Comporterà, ma speriamo che non accada, grandissimi problemi pratici e psicologici ai bambini: a scuola, in ospedale, in vacanza la mamma intenzionale non potrà più prendere decisioni per suo figlio, perché legalmente non esiste. Se la mamma ‘biologica’ muore, suo figlio sarà affidato al giudice e poi alla sua famiglia di provenienza, o in assenza reso adottabile, non direttamente all’altra mamma come sarebbe per una coppia etero che avesse fatto lo stesso percorso. Si tratta di una grave violazione dei diritti dei bambini, che sono tutti uguali: non esistono figli di serie A e figli di serie B”.

La figlia di Roberto Vecchioni è da anni impegnata nella difesa dei diritti della comunità gay

La ministra della Famiglia Eugenia Roccella ha parlato dell’alternativa, la stepchild adoption. Pazzesco che ora la ministra dica che la soluzione sia questa, visto che è sempre stata contraria a questa forma di adozione - commenta la Vecchioni - Certo che esiste questa alternativa, ma comporta tempi molto lunghi, anche due o tre anni, una grossa spesa per le famiglie e soprattutto una grande intrusione nella vita privata con colloqui e visite di specialisti. E nel frattempo, lo ripeto, il bambino si ritrova da un punto di vista legale senza una mamma o un papà con cui è cresciuto. Senza nonni, cugine, senza il diritto, eventualmente, di ereditare dalla famiglia della mamma o del papà che è stata ‘estromessa’ dal suo ruolo”. 

“E poi perché mai un genitore, che è un genitore da anni, dovrebbe sottostare al giudizio di magistrati, assistenti sociali, psicologi?  - prosegue Francesca - Glielo dico io perché: perché è lesbica o gay. Questa è una discriminazione bella e buona". E sottolinea: “Quando una coppia etero ricorre al seme o all’ovulo di un donatore, per la legge italiana il bimbo che nasce è figlio di entrambi. Madre e padre firmano il consenso informato, lo stesso che abbiamo firmato io e la mia ex compagna Alessandra all’estero. Una cosa legale. Prevista dalla legge. Perché noi non possiamo farlo in Italia? Come ho già detto, questa è una discriminazione in base all’orientamento sessuale che si ripercuote sui bambini. Loro hanno diritto al fatto che entrambi i genitori si prendano cura di loro”.

La 47enne, presidente di Fondazione Diversity e scrittrice, madre di due gemelle avute con l’ex compagna

La Vecchioni è in ansia: La mia preoccupazione principale è rasserenare le mie figlie. Dire loro che va tutto bene. Mi spaventa un po’ il clima: è una crociata ideologica. Non voglio che nessuno si senta in diritto di dire alle mie figlie: ‘Siete illegali’. Vorrei riportare tutto alla realtà dei bambini e alla loro tutela”.

Per lei la soluzione c’è: “Togliere la discriminazione esistente legata all’orientamento sessuale nella fecondazione eterologa. Aprire le adozioni a tutti, anche a single e coppie gay. E’ arrivato il tempo che il Parlamento si assuma una responsabilità chiara verso i nostri figli e dia loro la possibilità di vedere riconosciuti entrambi i loro genitori fin dalla nascita”.