''Incredula e scioccata'': la giornalista Mediaset Gaia Padovan rivela di avere a 44 anni un tumore al seno al terzo stadio con metastasi

  • Ha reso pubblica la sua malattia via social: “Volevo sottolineare l’importanza della prevenzione”
  • Ha scoperto il cancro due mesi fa, cadendo dalla bicicletta ha sentito casualmente un nodulo sospetto

Gaia Padovan rivela a 44 anni di avere un tumore al seno al terzo stadio con metastasi. La giornalista Mediaset ha scelto di rendere pubblica la malattia attraverso i social. Al Corriere della Sera spiega perché lo ha fatto: desidera far sapere quanto sia importante la prevenzione. Quando ha ricevuto la diagnosi eraincredula e scioccata, adesso combatte contro ‘l’intruso’ con tutte le sue forze.

''Incredula e scioccata'': la giornalista Mediaset Gaia Padovan rivela di avere a 44 anni un tumore al seno al terzo stadio con metastasi

Su Instagram si è fatta vedere in ospedale, in un post a chiarito il motivo per cui fosse ricoverata. Gaia Padovan ha scritto: “Ti diranno che milioni di persone attraversano questo incubo e che molti ce la fanno, ti diranno che sei una donna fortissima, che lo sei sempre stata. Ma tu sarai devastata. Scioccata. Incredula. Il tumore al seno è ancora oggi la prima causa di morte oncologica nella popolazione femminile. Giochi a dadi con la vita, ne sei consapevole ed è il panico. Ma un po’ alla volta metabolizzi e smetti di domandarti perché proprio io con due bimbi splendidi e tante vite da vivere. Ma si va avanti, un passo alla volta, un giorno alla volta”. 

“Ieri ho affrontato la prima chemioterapia, la temuta ‘rossa’ - ha continuato la giornalista - Stavo male, malissimo. Mi sentivo avvelenata. Ho provato a resistere col caschetto che ghiaccia la testa a 3 gradi, tentativo per salvare i capelli, ma niente, non ci sono riuscita. Mi sono detta chissenefrega. Li perderemo, saremo meravigliose comunque, metterò la parrucca rosa che a Mediaset non mi pareva il caso, ricresceranno più belli e forti di prima”. 

Gaia ha aggiunto: “Rewind: a maggio mi è stato diagnosticato un tumore al seno localmente avanzato con metastasi ai linfonodi. Una notizia che ti annienta. Ma non è nemmeno una sentenza di morte. Perché se ti affidi alla scienza e non perdi la speranza o la fede per chi ce l’ha, puoi farcela. Prima regola: non cadere nel tranello internet perché tu non sei statistica, un terzo stadio può voler dire tutto e niente, ogni storia è unica. Affidatevi completamente alla medicina. Noi veneti abbiamo la fortuna di avere una eccellenza sotto casa, lo IOV centro di ricerca e cura tra i migliori d’Italia. Che ringrazio infinitamente. A 40 giorni dall’intervento chirurgico mi attendono mesi di chemioterapia, radio e ormonoterapia. Per un po’ mi dovrò assentare dal lavoro, ma apparirò nei mag girati e montati in precedenza. Ah, l’incomparabile potere della TV!”.

Gaia ha reso pubblica la sua malattia via social: “Volevo sottolineare l’importanza della prevenzione”. Ha scoperto il cancro due mesi fa, cadendo dalla bicicletta ha sentito casualmente un nodulo sospetto

La Padovan ha concluso: “La malattia è una questione molto intima, ma ho scelto di condividerla per dirvi la cosa più importante: la prevenzione vi salva la vita! Non rimandate quella visita travolti dal turbinio ansiogeno della vita moderna. E fatevi supportare: che sia la vicina di casa, l’amica di sempre, il sorriso di un estraneo. Perché lo stress uccide il corpo, l’ossitocina (abbracci e sorrisi) - e la ricerca - lo fanno rinascere”.

Al Corriere poi Gaia, contattata, chiarisce come ha scoperto il cancro: “L'ho scoperto due mesi fa. Ho perso l'equilibrio in bicicletta, ho preso un colpo sul manubrio e ho sentto casualmente questo nodulo. All'inizio volevo lasciar perdere perché avevo fatto l'ecografia pochi mesi prima, ma un'amica che frequenta regolarmente lo Iov (Istituto Oncologico Veneto) ha insistito che facessi una visita. E meno male, perché il tumore al seno era già localmente avanzato con metastasi ai linfonodi. Ecco perché insisto sulla prevenzione: se non c'è la salute, si azzera ogni cosa. E' fondamentale la visita senologica con ecografia e mammografia una volta all’anno”.

Confida anche la sua reazione: “Quando ho avuto la diagnosi, sono rimasta attonita, ero incredula e poi, un po' alla volta, ho metabolizzato e mi sono tirata su. Mi hanno aiutato i medici, la mia famiglia, le persone che hanno vissuto la stessa esperienza, alcuni libri, gli amici e le amiche, i sorrisi, un po' di ironia, la bellezza. Ci vuole ossitocina, nel senso che la malattia si combatte anche con la forza di volontà, la mente e l'ottimismo. Adesso alterno dei dei momenti di grande sconforto ad altri di grande forza”.