"La Giuria non è uno dei libri più recenti di Grisham, sono sette anni che ci si gira intorno e sono stati contattati anche altri registi prima di me, come Mike Newell e Joel Schumaker. Due anni fa è stato il mio turno ed abbiamo deciso di girare il film con alcune cambiamenti rispetto al libro ed ho voluto inserire nel cast John Cusak per il ruolo di Easter". Gary Fleder racconta la genesi del suo nuovo film, "La Giuria", tratto dall'omonimo romanzo del maestro dei legal-thriller John Grisham e interpretato da un cast di primissimo piano: Gene Hackman, Dustin Hoffman, John Cusack e Rachel Weisz.
La pellicola, distribuita da 20th Century Fox, in uscita stasera, venerdì 30 gennaio, racconta e vicende di uno spregiudicato 'consulente per le giurie' (Gene Hackman) che, pur di riuscire ad ottenere il verdetto che desidera, non si ferma davanti a nulla. Purtroppo per lui, incontrerà sulla sua strada un giurato particolare (John Cusak), un avvocato onesto (Dustin Hoffman) e una donna misteriosa (Rachel Weisz) che ostacoleranno i suoi piani.
Nel romanzo l'accusato era una multinazionale del tabacco, nel film è una potente lobby di 'armaioli', scelta quasi obbligata, come spiega il regista, perchè "all'epoca del libro i produttori di tabacco non erano ancora così pesantemente sotto i riflettori come oggi. "The Insider", la pellicola di Michael Mann, aveva gia percorso questa via e nel frattempo il tabacco in America ha subito pesanti attacchi da varie parti, mentre le lobby delle armi ancora spadroneggiano e sembrano decisamente più intoccabili. Gran parte del fascino del libro risiede in questo scontro di Davide e Golia e per renderlo attuale abbiamo reputato più conveniente utilizzare come avversario una fabbrica di armi".
Per la prima volta insieme sul grande schermo due icone del cinema come Gene Hackman e Dustin Hoffman regalano emozioni intense agli spettatori. "Credo di aver raggiunto l'apice della mia carriera con il cast di questo film, e d'ora in poi non potrò che scendere dalla cima - dice Fleder - Spesso non ci si rende conto di ciò che si ha sotto mano durante la lavorazione del film, ma soltanto dopo quando con un pò di calma si possono ripercorrere le tappe della realizzazione. Sul set hanno stili completamente diversi, mentre Hoffman improvvisa molto, una sorta di Miles Davis del jazz, ed ama ripetere le scene più volte per poter alla fine utilizzare l'interpretazione migliore, Hackman sceglie con cura come interpretare la scena e lavora di cesello in modo da farla, possibilmente, già al primo ciak. I loro stili sono così diversi che se le riprese fossero durate un paio di giorni in più, sono sicuro che sarebbero arrivati ai ferri corti, uno a ripetere le scene e l'altro a volerle girare al primo colpo, impossibile!".
Un film bellissimo, che, come i romanzi di Grisham, punta il dito contro i potenti e mostra le pecche e i malfunzionamenti di un sistema giudiziario all'apparenza perfetto. Per gli appassionati del genere da gustare tutto d'un fiato.
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