Gianluca Vacchi contro Maurizio Crozza: all'azionista non sono andate giù le parole che il comico ha speso nei suoi confronti venerdì 7 settembre durante la prima puntata di "Crozza nel Paese delle Meraviglie", in onda su La7.
Maurizio Crozza, parlando di filantropia e tirando in ballo Peggy Guggenheim, ha definito Gianluca Vacchi un "figantropo": "Ti do tutto figlio mio, la barca, un dj... Basta che stai lontano dall'azienda!", ha esclamato il comico nel suo monologo, riferendosi all'imprenditore che non si occupa direttamente degli affari di famiglia, rivestendo il ruolo di azionista (a capo dell'Ima c'è il cugino Alberto Vacchi). Parole che non sono piaciute a Gianluca Vacchi che in un video pubblicato su Facebook ha replicato: "Visto che lui si sofferma sull'aspetto filantropico, molto probabilmente se Peggy Guggenheim fosse vivente oggi sarebbe una star dei social - ha detto Mr.Enjoy - E' di Peggy Guggenheim la frase: 'Meglio che parlino male di me piuttosto che mi ignorino'. La frase presuppone che all'epoca di Peggy non si parlasse bene e che quindi la beatificazione sia stata fatta post mortem in virtù di quello che lei ha lasciato alla collettività". "Crozza dice che io non sono uno che fa filantropia ma figantropia - ha sottolineato Vacchi - sì, non posso negarlo, lo sono stato però sempre con coerenza. Cioè l’ho fatto in momenti in cui potevo farlo, cioè momenti nei quali io non ero sposato. Conosco della gente sposata ma aspirante figantropica che cade in tradimenti che poi una volta scoperti li mettono un po’ nel ridicolo, finendo a fare la satira di se stessi. Sembra quasi che l'unico fine della ricchezza sia la filantropia, io non credo che sia il caso di fare del moralismo gratuito, soprattutto da parte di chi non è noto per aver avuto una vita francescana".
"L'unica esperienza che ho avuto con Crozza - ha proseguito Gianluca Vacchi - è stata quando l'abbiamo ingaggiato all'Ima per intrattenere i nostri ospiti, però l'alto compenso ricevuto non c'è stato detto di bonificarlo a un conto corrente di una Onlus o di un'associazione di beneficenza. Parlare della filantropia è dunque una cosa inutile".
Gianluca Vacchi ha poi chiarito la sua posizione: "Io non vivo di rendita oggi, io vivo dei proventi che la mia condizione di azionista mi consente di avere, sostenendo il rischio di essere azionista. Ho fatto questi investimenti in dodici settori diversi. Questi investimenti mi hanno consentito di pagare i debiti dell'Ima, che prima era un 20% di quello che è oggi. E' corretto che ci sia satira, ma a patto che si basi su aspetti reali". "L'autore e Crozza stesso sono un po' come me e mio cugino, io faccio una cosa, mio cugino un'altra - ha aggiunto Vacchi - Crozza sta sul palco e l'autore scrive i pezzi... E' legittimo ballare perché non è reato, soprattutto su un canale, quello di Instagram, che è mio e non è retribuito, a differenza di Crozza che lo fa nei canali che tendono a retribuirlo più lautamente. Anche questo è legittimo, ma credo che il moralismo sia una cosa abbastanza noiosa e stancante...".