Gianluca Vialli dopo 17 mesi di chemio: 'Fortunato, anche le sopracciglia stanno ricrescendo’

Gianluca Vialli dopo 17 mesi di chemio si ritiene “fortunato”. Ha lottato strenuamente contro il tumore al pancreas che l’ha colpito e ora le cose vanno decisamente meglio.

Gianluca Vialli dopo 17 mesi di chemio: 'Fortunato, anche le sopracciglia stanno ricrescendo’
Gianluca Vialli dopo 17 mesi di chemio: 'Fortunato, anche le sopracciglia stanno ricrescendo'

“Esco da 17 mesi di chemio eppure oggi mi sento fortunato: non devo disegnarmi più le sopracciglia con la matita”, sottolinea l’ex calciatore e allenatore, ora opinionista tv, a La Repubblica. Stanno finalmente ricrescendo.

Gianluca Vialli, classe 1964, 55 anni compiuti lo scorso luglio, è a Londra con la moglie Cathryn White-Cooper, ex modella ora arredatrice di interni sposata nel 2003, e le loro bambine, Olivia e Sofia. Sta meglio. A dicembre scorso ha concluso un ciclo durissimo: 17 mesi di chemioterapia, un ciclo fatto da otto chemio e uno da nove. Dagli ultimi controlli sembra che tutto sia alle spalle.

“E' vero, non è più soltanto un convenevole chiedermi come sto. Abbiamo bisogno di sapere se le persone stanno ancora bene. Io sto bene, grazie. A dicembre ho concluso 17 mesi di chemioterapia, un ciclo di otto mesi e un altro di nove. E’ stata dura, anche per uno tosto come me. Dura, dal punto di vista fisico e mentale. Gli esami non hanno evidenziato segni di malattia. Sono felice, anche se lo dico sottovoce”, sottolinea lo sportivo.

L'ex calciatore ha lottato strenuamente contro il tumore al pancreas

“Normalità significa vedersi di nuovo bene allo specchio e osservare i peli che ricrescono. Non devo più disegnarmi le sopracciglia a matita. Può sembrare strano, ma in questo momento mi sento più fortunato rispetto a tanti altri”, spiega Vialli.

Si sente “quasi fortunato rispetto a tanta gente”, fa sapere Luca. Parla delle persone che in emergenza Coronavirus stanno in ospedale, lontano dai propri cari e in alcuni casi muoiono soli, senza il conforto dei parenti. “Mi sento in colpa per non essere lì, sebbene le mie condizioni non lo avrebbero permesso - rivela - Penso alle persone morte da sole, ai funerali non celebrati, ai loro parenti costretti in casa. Uno strazio, resteranno enormi cicatrici. La vita di ognuno di noi cambierà, purtroppo”.

Poi aggiunge: ”Vorrei che la famosa frase 'Quello che conta è la salute' diventasse davvero centrale. Vorrei che non accettassimo più nessun taglio alla sanità pubblica, che non crollassero più i ponti e che la sicurezza delle persone diventasse prioritaria. Vorrei che ci ribellassimo a queste città piene di smog che uccide”. E sul suo mondo, quello del calcio, Vialli dice: “Dovrà essere solidale”.

 

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