La scomparsa di Gigi Proietti, morto ieri, 2 novembre, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, lascia un vuoto profondo. Tutti piangono il mattatore, attore straordinario. Nonostante fosse ricoverato da giorni in condizioni critiche a Villa Margherita, una nota clinica romana, l'istrionico artista aveva conservato intatto il suo senso dell’umorismo. Lo rivela il suo medico radiologo, Fabrizio Lucherini, che all’Adnkronos spiega anche perché non ce l’ha fatta.
Un anno e mezzo fa Gigi Proietti, cardiopatico, era stato operato all’aorta, intervento complicato, che nonostante sia diventato quasi di routine, non era perfettamente riuscito. Così è finito sotto i ferri una seconda volta, ma senza fortuna. “Quando gli ho fatto la tac, pochi giorni fa, ironizzava sulle sue condizioni: ‘Come vado? Je la faccio?’, chiedeva. Non l'ho mai percepito ansioso e preoccupato. Era lui, è sempre stato lui - racconta il dottore - Da anni era un cardiopatico grave ed è venuto qui il 17 ottobre scorso già in condizioni preoccupanti. Anche diversi anni fa per motivi analoghi, aveva avuto un ricovero, ma questa volta era diverso”.
“Il problema di un cuore che non funziona bene crea uno scompenso su tutto il resto, dando il via a patologie multiorgano. Negli ultimi giorni - aggiunge Lucherini - si è aggravato moltissimo. Gli ho fatto la tac che era ancora lucido, ma c'erano davvero troppe complicanze”.
Poi conclude: “Di lui conservo ancora un ricordo di qualche anno fa quando con la squadra di calcetto avevamo vinto una coppa e andammo a festeggiare nel suo ristorante preferito. Lui era lì con delle persone, lo abbiamo chiamato al tavolo per un brindisi ed è rimasto con noi al tavolo. Uno di noi, divertente, umile. Abbiamo perso forse il più grande attore di tutti i tempi, io una folla come quella di questa mattina qui in clinica non l'ho mai vista per nessuno”.