Roma, ore 14,30. La sala Danieli dell’Hotel St. Regis Grand pullula di giornalisti. Gente in giacca e cravatta, donne eleganti e non, ragazzi scamiciati e i soliti volti noti della stampa di settore attendono impazienti l’arrivo di Samuel L. Jackson: l’attore, divenuto famoso grazie a ruoli come quello dell’assassino Jules nel cult movie “Pulp Fiction” (ruolo che gli valse la nomination all'Oscar come miglior attore non protagonista) o quello di Mace Windu, membro del Consiglio dei Jedi, in "Star Wars".
E lui, che nel film “S.W.A.T.” (Special Weapons And Tactics), che uscirà in Italia il 28 novembre e in cui interpreta la parte di Dan “Hondo" Harrelson, il sergente della squadra speciale della polizia di Los Angeles, non è certo il tipo che delude. Puntuale, sorridente e solare entra nella stanza, che immediatamente smette di vociare. Jackson, 54 anni splendidamente portati, è vestito casual ma griffato, come un vero newyorkese. Indossa l’immancabile basco della Kangol (blu scuro in questa occasione), una t-shirt dai colori accesi, una felpa con la zip aperta e un paio d’Adidas ai piedi. Si siede con nonchalance e aspetta che il moderatore dia inizio alla conferenza.
La star di Hollywood è cordiale ed umile come pochi attori famosi sanno essere ed anche sul lavoro ha molto carisma, ma non ha pretese da divo. “Sono sicuro di me - dice Jackson - sicuro sul lavoro. Ma sul set sono per il lavoro di squadra e sono pronto a sottomettermi alla storia. Il risultato finale dipende dal lavoro dei singoli”.
D’altronde l’attore, che viene da un solido passato teatrale, da grande e camaleontico istrione quale è - anche se spesso più per caso che per scelta, come ha ammesso, si è trovato a recitare molti ruoli in film d'azione - sa mutare per entrare nel personaggio a prescindere da quale sia la sua natura. "Provo a pensare come il personaggio, a capirne i difetti e le virtù ed assimilarne il background. A volte cerco persino di mangiare come mangerebbe lui". A differenza di alcuni rappers che, come denuncia senza mezzi termini: "Lavorano solo per i soldi o per essere più famosi. Rubano il lavoro ai veri attori e vengono sfruttati dai produttori solo per portare i loro fans al cinema”. E c'è da credergli visto che per realizzare questo film lui ed il resto del cast, Colin Farrell, il rapper LL Cool J. e Michelle Rodriguez, hanno fatto due settimane di training in una base S.W.A.T..
“Abbiamo seguito il programma d’addestramento regolare, tranne che per la corsa, e abbiamo sparato con pallottole vere. - dice Jackson e aggiunge - C’erano sempre dei veri consulenti delle S.W.A.T. sul set”.
Anche su Hollywood e sul suo ruolo di attore ha le idee chiare e non ha peli sulla lingua. “Ci sono cinque registi sulla mia lista nera, non faccio i nomi, ma loro lo sanno. A volte si fa intrattenimento, altre commedia dell’arte. Vorrei tornare al teatro, ma il mio agente mi trova sempre un film da fare e visto che questo è il mio lavoro e mi piace farlo, lo faccio”.
Arriva poi l'inevitabile domanda su cosa è cambiato a Hollywood dopo l'11 settembre e lui replica: "La produzione di film non è stata rivoluzionata. Sono state solo evitate o rafforzate alcune tematiche sensibili all’opinione pubblica. Mai come oggi gli Stati Uniti hanno bisogno di tornare a credere nella loro invulnerabilità".Infine a chi gli chiede quale ruolo vorrebbe ancora interpretare dopo decine e decine di film, risponde che vorrebbe fare un bel western: "Mi sono sempre piaciuti fin da bambino. Vorrei recitare in un western moderno ma classico, di quelli con tanta polvere e duelli all’ultimo sangue".
Chissà che in un futuro relativamente prossimo non vedremo il grande Jackson apparire sul grande schermo con tanto di cinturone, stivaloni e pistola a tamburo sul fianco. Probabilmente solo lui anche come cowboy di colore riuscirebbe ad essere credibile.
Foto: Annamaria Capozzi © Gossip.it