- La 18enne ha conquistato la fascia di Miss Cinema Roma: ora è in finale
- “Passa le sue giornate a dire che si sente brutta. Nemmeno esce perché si sente brutta”
Guendalina Tavassi assapora la sua rivincita. La 37enne romana è una madre molto orgogliosa: la figlia Gaia Nicolini, la primogenita avuta dall’ex compagno Remo Nicolini, dopo aver conquistato la fascia di Miss Cinema Roma, parteciperà alle prefinali nazionali dell’83esima edizione di Miss Italia. E pensare che la ragazza inizialmente aveva detto di no. “Non voleva andare, l’ho minacciata e costretta”, racconta l’ex gieffina ed ex naufraga dell’Isola dei Famosi a Novella 2000.
“Volevo che facesse un’esperienza diversa e che si rendesse conto che è molto bella, contrariamente a quanto pensa”, sottolinea Guenda al settimanale. E svela: “Mia figlia è la ragazza più insicura che io conosca: passa le sue giornate a dire che si sente brutta. Nemmeno esce perché si sente brutta. Io mi sono detta che dovevo fare qualcosa e così quando ho visto il form di iscrizione al concorso su Instagram, l’ho compilato. Ma non sapevo come dirglielo. Mi ha detto che sono matta, e che comunque non l’avrebbero mai chiamata”.
Invece il telefono ha squillato. Guendalina confida: “L’hanno chiamata, ma lei non voleva andare. Così, l’ho minacciata: le ho detto che le avrei sequestrato il telefono e l’ho costretta. Alla prima selezione stava lì come un cane bastonato. Alla seconda selezione ha vinto la fascia: le avevo raccomandato di sorridere, evidentemente mi ha ascoltato, perché in tutte le foto era sorridente. E bellissima”.
La Tavassi non esclude che la figlia Gaia possa prendere in considerazione un futuro nello showbiz (le piacerebbe fare l’attrice): “Perché no? In realtà vorrei che facesse quello che le va di fare. Io non ho aspettative. Lei meno di me. E cerco di stare un passo indietro perché, essendo io conosciuta, non voglio che qualcuno pensi che lei sia favorita da questo. Ma sono contenta perché ha fatto amicizia con tutte le altre ragazze. Io l’avevo preparata dicendole che non avrebbe vinto e dunque di non illudersi. L’ho fatto anche se non ce n’era bisogno”.