Heather Parisi, intervistata dal deejay e conduttore radiofonico Joao Turchi per Italians Do It Better, attacca alcune colleghe. La showgirl non ha peli sulla lingua e fa sapere che a lei non interessa essere in tv a qualsiasi costo, al contrario di alcune: a le mettono tristezza, così sottolinea.
“Nuovo progetto televisivo? Difficile. A me non interessa stare in tv a qualsiasi costo e con un passato come il mio, c’è davvero poco che potrebbe aggiungere qualcosa d’importante alla mia carriera. Alcune mie colleghe, fanno di tutto pur di esserci e francamente mi mettono molta tristezza”, spiega Heather Parisi.
La 59enne aggiunge: “L’arte dello spettacolo non si misura dalla ‘quantità’, ma dalla ‘qualità’ di quello che fai. Non mi hanno mai proposto nessun reality, no. Mai nessuno e la ragione è molto semplice: conoscono benissimo la risposta”.
Oltre ad attaccare le colleghe, Heather Parisi dice pure la sua sulle famose che si dicono ‘icone LGBTQ’ ma poi non si danno da fare per sostenere i diritti della comunità: le definisce ‘paracu*e’: “Essere icona LGBTQ è un premio che non tutti meritano allo stesso modo. Chiunque abbia visibilità pubblica – e la gente dello spettacolo è privilegiata in questo senso – dovrebbe spendersi per dare voce a chi voce non ha. E dovrebbe farlo senza mezze misure, senza essere paracu°a con frasi di circostanza. Paracu°a si può dire? Tu scrivilo lo stesso. E dovrebbe farlo anche quando, anzi soprattutto quando, la difesa di chi non ha voce va contro il sistema. L’Italia ultimamente nella difesa delle minoranze ha fatto passi indietro preoccupanti. Quante icone LGBTQ hai visto, esporsi in temi come le adozioni gay, le gravidanze surrogate, l’aborto? Magari io farei una selezione più accurata delle icone… tu cosa ne dici?”.
Heather ribadisce quanto sia necessaria l’uguaglianza tra le famiglie tradizionali e quelle arcobaleno: ”Non esiste la famiglia ‘naturale’ o quella ‘tradizionale, né quella ‘migliore’, ‘più morale’ o ‘più evoluta’. Esiste chi tu ami e chi ama te e insieme sono famiglia. Ti dirò di più. Io credo che la famiglia gay abbia il diritto di avere figli al pari della famiglia eterosessuale. L’interesse superiore di un bambino è di trovare un ambiente famigliare sano e amorevole a prescindere da come è composto il nucleo famigliare. Finiamola di pensare che bastino due genitori di sesso diverso a fare una famiglia perfetta. Il mondo è pieno di famiglie tradizionali dove i figli subiscono abusi e violenze”.