Kasia Smutniak era finita su tutti i giornali per una presunta lettera apparsa sui social in cui faceva idealmente gli auguri di compleanno a Pietro Taricone, il suo adorato compagno morto tragicamente il 29 giugno 2010. Gossip.it era stato uno dei pochi organi di informazione a non credere fosse autentica. Ora arriva la conferma. L'attrice, intervistata dal Corriere della Sera, chiarisce di non averla mai scritta.
"Non sono stata io, non lo avrei mai fatto. Purtroppo c'è un'altra faccia della medaglia dei social network. Continuo a dire che non ho Facebook, non ho Twitter e non ho Instagram, ma il problema dei 'fake' non è ancora risolto. Non avrei mai scritto una lettera del genere, non mi sarei mai permessa", sottolinea.
Kasia Smutniak la lettera di auguri a Pietro Taricone, il padre della sua Sophie, non l'ha mai scritta. La 35enne, che arriverà al cinema con "Limbo", la storia di una soldatessa reduce dell'Afghanistan in cui recita con accanto Giancarlo Giannini, pellicola diretta da Lucio Pellegrino, è gelosissima della sua privacy e tiene per sé i suoi sentimenti. La lettera di auguri a Pietro Taricone non l'ha mai scritta e se l'avesse scritta, non l'avrebbe mai postata in rete. Impegnata, timida, se le si chiede come riesce a dividersi tra il ruolo di mamma e attrice, risponde: "La mia vita è come quella di tutte le donne che lavorano. Mi alzo alle sette perché mia figlia va a scuola e vado a dormire presto. Ora c'è anche un 'altro' che si sveglia di notte (Leone, il bimbo avuto ad agosto scorso dal compagno Domenico Procacci ndr). L'unica differenza è che se io vado al supermercato mi fanno le foto, alle altre no. Non ci sono altre differenze. Il mondo del divismo è finito, grazie a Dio, però è cominciato un altro incubo in cui tu in qualche modo, in qualsiasi momento, puoi essere 'taggato', visto, ripreso in momenti privati e magari non ne avresti alcuna voglia. Tutto questo senza che nessuno te lo chieda. Speriamo passi pure questo".
Kasia Smutniak è dolcissima, tenera, vuole vivere un'esistenza in cui i riflettori siano solo un contorno. Ora c'è il suo progetto in Nepal che le interessa, la scuola costruita grazie alla Onlus Pietro Taricone, l’associazione no-profit fondata dopo la scomparsa dell'ex gieffino. "Stiamo vivendo dei momenti difficili. Ringrazio Dio: tutti i nostri collaboratori e amici sono salvi e il nostro progetto non ha subito grossi danni. Siamo nella fase della conclusione del primo edificio scolastico e in questo momento stavamo scegliendo il corpo docente, che non è facile lì... E' una scuola per circa 80 bambini, ma cominceremo con due classi, ed è una scuola che si trova nel Mustang, una piccola regione tra Tibet e Nepal". Kasia con i suoi collaboratori voleva tenere viva con gli insegnamenti la tradizione del posto. Parla al passato perché, come sottolinea, dopo il terremoto "sarà difficile, la situazione sta degenerando": "Mi sembra assurdo si parli più di Royal Baby che di una tragedia che ha fatto 5 mila morti. Vorrei sensibilizzare le persone affinchè non dimentichino e aiutino la popolazione in Nepal. Con pochissimo si potrebbe fare assolutamente tanto". E aggiunge: "La scuola si chiama 'Solar School' perché ci piaceva un nome allegro, se tutto va bene apriremo a maggio prossimo. E' un progetto a lungo termine, è come se avessi un altro figlio, un lavoro in più". Questa estate niente vacanze: "Tornerò in Nepal e non in vacanza, per cercare di aiutare le persone lì".