- L’attrice 43enne non ha voluto guardare la pellicola, in uscita dal 30 marzo
- E’ la protagonista di “Panafa” diretto da Emanuele Scaringi e prodotto da Fandango e Rai Cinema
Kasia Smutniak sorprende, quasi lascia di stucco. L’attrice 43enne si rifiuta di vedere l’ultimo film che ha girato. E’ la protagonista di “Panafa” diretto da Emanuele Scaringi e prodotto da Fandango e Rai Cinema, in uscita nelle sale da oggi, 30 marzo, ma non ha voluto vedere la pellicola. Il motivo lo rivela al Corriere della Sera: “Semplice. I film horror mi fanno paura”.
“Emanuele prima delle riprese mi aveva dato una lista di titoli da vedere per entrare nel clima. Il primo era Babadook, considerato ormai un classico. Ci ho messo una settimana a finirlo, un pezzettino alla volta, e non ho neanche cominciato gli altri”, dice Kasia parlando dei consigli del suo regista.
La Smutniak, appassionata di sport estremi, ha il terrore dei film horror. “E’ diverso. - chiarisce l’artista - La mia avventura con il cinema horror si è arenata subito, da ragazza quando avevo visto al cinema The Blair Witch Project. Un’esperienza traumatica, lì ho capito che non faceva per me. Comunque pensavo che girando il film avrei esorcizzato questa paura, spinta dal regista che mi diceva: vedrai non avrai traumi”. Invece è andata diversamente: “Sono felice di averlo girato, ammiro molto la mia co-protagonista Greta Santi, che interpreta mia figlia Nina e che è una fan del genere. Ovviamente lei lo ha visto senza problemi e trovato bello. Mi fido di lei, a me sono bastate sceneggiatura e riprese”.
La Pantafa è una creatura presente nelle leggende popolari, è una figura spettrale che, si racconta, opprima il petto di chi dorme, non facendolo respirare. Kasia non ce l’ha proprio fatta a rivedersi in questa pellicola…
Quando le si domanda se lei, mamma di due figli, creda che oggi la maternità faccia paura, Kasia replica: “Quello che spaventa è l’idea di sentirsi inadeguati come genitori, non all’altezza di un ruolo che la società tende a associare alla perfezione. Quando diventi madre devi essere presente, sempre, una super donna, giovane, bella, affabile, mai un cedimento, un difetto. Una pressione che può diventare intollerabile”.
La Smutnak rivela anche un’altra sua paura attuale: “Adesso mi viene da dire il futuro. E l’indifferenza rispetto alla nostra quotidianità. Viviamo da anni come un’emergenza la realtà dell’immigrazione, e di fronte a tragedie come quella di Cutro con bambini, donne e uomini morti annegati sembriamo insensibili. Come ci siamo assuefatti alla guerra. Non si possono chiudere gli occhi”.