Dieci anni fa, durante un viaggio in Himalaya, Pietro Taricone le disse: "Dobbiamo fare qualcosa per questa gente". "Ma siamo stati distratti dalle mille cose della vita. E poi è morto". Racconta Kasia Smutniak a Vanity Fair che l'ha seguita in un nuovo viaggio, per realizzare quel sogno, costruire una scuola per salvare l'"ultimo Tibet", che condivideva con il padre di sua figlia Sophie, tragicamente scomparso dopo un incidente con il paracadute il 29 giugno del 2010.
La rivista pubblica stralci del diario tenuto dall'attrice ad aprile: "Apro gli occhi. È ancora buio... Sono le 5.45 e non ho sonno, non più. Difficile dormire in una giornata come questa. È il giorno della cerimonia, la posa della prima pietra della mia scuola, della nostra scuola. Apro il sacco a pelo. Non fa freddo, non oggi... al sito, un pezzo di terra che abbiamo spianato... I Lama sono seduti a terra, sui tappeti... cominciano a pregare... Raju mi chiede di sedermi vicino ai Lama, sul posto d’onore... I dubbi mi assalgono: che cosa ci faccio qui? Che cosa c’entro io con questo posto? Come mi è venuto in mente di iniziare questo progetto? Una scuola? Ma sei pazza! Guardati intorno: un mucchio di sassi in mezzo al deserto e ogni volta che scendi di quota ti ammali, svieni, vomiti l’anima... Chiudo gli occhi e li riapro di nuovo". Diverse ore più tardi, Kasia racconta: "Ci fosse stato Pietro, si sarebbe fatto una risata. Mi avrebbe guardata, lì seduta in mezzo ai monaci, e avrebbe detto: 'Ma che stai a fa'?'. Però sarebbe stato fiero di me".
La Smutniak ha dato così inizio ai lavori per l'apertura di una scuola, in memoria di Taricone, a Ghami, 300 abitanti, nel cuore del Mustang, in Nepal, a 3.500 metri di quota: "Se tutto andrà come previsto, tra un anno sarà pronta: nel 2015 inizieranno le lezioni". "Questo posto - spiega ancora l'attrice - è rimasto isolato per secoli. Stanno costruendo una strada che, passando da qui, collegherà la Cina all'India. Le condizioni di vita miglioreranno, ma la cultura di questa gente rischia di venir spazzata via...".
"Era il 2003. Un giorno Pietro tornò a casa e disse: 'Andiamo nel Mustang'... - ricorda Kasia - Dovevamo restare dieci giorni, passò un mese. Eravamo sopraffatti dalla bellezza di queste montagne, avevamo perso il senso del tempo... Al ritorno, Pietro non smetteva di parlarne... Diceva: 'Dobbiamo fare qualcosa per questa gente'. Ma siamo stati distratti dalle mille cose della vita. Io sono rimasta incinta. Poi lui è morto". Dopodiché, con un gruppo di amici, la Smutniak ha fondato l'Associazione Pietro Taricone onlus e l'idea di costruire una scuola è nata dal forte desiderio di salvare la cultura del Mustang "e di farlo in fretta, prima che la costruzione della strada devasti questo patrimonio", sottolinea l'interprete di "In Treatment".
La scuola ospiterà 120 bambini e ragazzi fino ai 18 anni. Oltre alle normali lezioni, comprese quelle di inglese, verranno insegnate la lingua, la cultura e le tradizioni tibetane: "Ci saranno nove aule, laboratori, biblioteca, sala studio. E un dormitorio, con cucina e refettorio: è necessario, perché i collegamenti sono difficili e l’inverno, con la neve, è impossibile viaggiare. Ci sarà un cortile interno protetto dal vento, che da queste parti è violentissimo, con giardino e area giochi. L’edificio sarà costruito nel tradizionale stile mustangi, per non deturpare e per insegnare l’amore di questa grande cultura, ma ci saranno vetrate per far entrare la luce e trattenere il calore, e pannelli solari. Ho scelto Ghami perché è al centro della zona, raggiungibile da ogni parte del Mustang", racconta Kasia. I primi fondi per realizzare tutto questo sono arrivati da donazioni private: "Ma per proseguire abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti - dichiara l'attrice - Stiamo per pubblicare un VIDEO he racconta questi luoghi e spiega il progetto. Sul sito dell'associazione venderemo borse e altri oggetti prodotti qui in Nepal. Ho fiducia nella generosità della gente comune". Le donazioni si possono fare sul sito dell'Associazione Pietro Taricone onlus, dove si possono acquistare oggetti prodotti in Nepal. Il ricavato delle vendite aiuterà a realizzare questo progetto finalizzato al salvataggio della cultura buddista tibetana del Mustang.