Lapo Elkann è rinato, ha vinto la sua battaglia contro le dipendenze. “Non bevo più, non uso sostanze e da due mesi ho smesso di fumare”, racconta il 42enne a Grazia a cui parla anche del suo progetto benefico per aiutare i ragazzi fragili, vittime della Rete.
“Avevo voglia di mettere insieme tre anime che mi appartengono: il mio impegno sociale, la creatività e la sostenibilità. In Vestiaire Collective (sito leader nella vendita di articoli di lusso vintage, ndr) ho trovato il partner ideale per condividere questi aspetti e abbiamo dato vita insieme a un progetto ideato da giovani e dedicato ai giovani. Il ricavato verrà devoluto interamente alla mia Fondazione LAPS, Libera Accademia Progetti Sperimentali “, racconta Lapo Elkann, che dal 16 dicembre metterà in vendita a scopo solidale alcuni suoi capi di vestiario.
Sulla sua fondazione spiega: “Da bambino mi sono trovato ad affrontare situazioni difficili, dagli abusi sessuali alla dislessia di tipo ADHD, fino ai problemi legati all’apprendimento di cui ho sofferto e soffro tutt’ora. Con il sostegno degli amici e della mia famiglia, sono riuscito a trasformare questi ostacoli in opportunità di crescita e con la Fondazione LAPS mi sono messo a disposizione degli altri proprio per dare aiuto, amore e appoggio a bambini e adolescenti alle prese con le stesse situazioni”.
Con LAPS Lapo Elkann è deciso a combattere anche le dipendenze tecnologiche, quelle che si trasformano in ossessione, degli adolescenti: “Mi rendo conto che sono i grandi rischi dell’oggi e del domani e il progetto con Vestiaire Collective verrà destinato a questo. Il tema delle dipendenze mi sta molto a cuore: so di che cosa si tratta, avendole vissute sulla mia pelle. Le ho affrontate, e continuo a farlo ogni giorno”.
Lapo Elkann con orgoglio aggiunge: “Adesso non uso più alcun tipo di sostanza e sto seguendo con orgoglio il 'programma dei 12 passi' (contro la dipendenza dall’alcol, ndr), che mi aiuta molto. Non bevo più, non uso sostanze e da due mesi ho anche smesso di fumare”.
Lui stesso ha avuto in cattivo rapporto con i social e ha cambiato rotta: “Ho deciso di cancellarmi da Instagram e Facebook perché li considero strumenti focalizzati sull’apparenza, sul mettere in mostra una vita che non è sempre quella che realmente si vive. Twitter, invece, è diverso: è utile per poter comunicare ciò che uno pensa o vede e per smentire eventuali informazioni non corrette, quindi anche per potersi difendere”.
Si considera vulnerabile, pensando fermamente che la vulnerabilità sia una forza e non una debolezza: “Dobbiamo guardare alle nostre vulnerabilità con amore e gentilezza, non con cattiveria e durezza, perché essere vulnerabili, buoni, gentili ed educati sono valori, non difetti. Sono una persona buona, ma non penso di essere né stupido né fesso: nel nostro Paese troppo spesso la bontà è considerata, purtroppo, un segnale di debolezza”.