- L’attore 45enne parla del romanzo scritto, quello che ha ‘sconvolto’ pure la suocera
- In “Disdici tutti i miei impegni”, edito da Mondadori, Il protagonista è un uomo dissoluto e senza scrupoli
Luca Argentero a Rolling Stone parla del suo romanzo, “Disdici tutti i miei impegni”, edito da Mondadori. Il protagonista, Fabio Resti, è un uomo dissoluto e senza scrupoli, molto diverso da lui. Eppure l’attore 45enne rivela che anche sua madre, Agata Bonanno, è rimasta turbata dal libro. “L’ha stranita, era un po’ spaventata”, svela. Proprio come è accaduto a sua suocera, la mamma della moglie Cristina Marino, da cui ha avuto Nina, che il 20 maggio compirà 3 anni, e Noè Roberto, venuto alla luce il 16 febbraio scorso: quando l’ha letto è rimasta di sasso.
“Io non penso di avere talento: sono un buon lavoratore. La verità è che quattro anni fa mi è piombata in testa una storia, e mi sembrava che funzionasse", spiega del suo libro d'esordio. "L’ho scritto in tre mesi la scorsa estate, tassativamente durante il riposino di Nina. Tutti i giorni, dalle due del pomeriggio alle cinque, come un samurai”, poi racconta Luca.
E' il personaggio del romanzo a creare scalpore. E' un manager che fa uso di alcol, droga e Viagra. Usa le donne. Luca nel romanzo descrive con grande dovizia di particolari scene di sesso spinto tra Resti e la 'fortunata' di turno. La suocera Carmela Marcozzi, basita, alla figlia aveva esclamato: "Questo è tuo marito: hai letto quello che scrive? E’ tanto sporcaccione. E se ci lavora così tanto di fantasia, vuol dire che qualcosa dietro ci sta”".
Anche la madre di Argentero ha avuto la medesima reazione a quanto pare. “Mi rendo conto che questa duplice versione è strana - rivela Luca - Ha stranito perfino mia madre, che mi ha chiesto timidamente se certe cose appartenessero a me o al personaggio, era un po’ spaventata all’idea che io conoscessi alcune situazioni. ‘Mamma, c’ho quarantacinque anni. Se alcune cose non le ho fatte io in prima persona, probabilmente le ho viste o le conosco’. E’ strano dover giustificare le azioni del proprio protagonista, e un autore di sicuro non è chiamato a farlo. Ma mi rendo conto che, da esordiente e da non addetto a questo lavoro, io debba farlo”.
Argentero pensa a un secondo libro: “Ci penso e mi interessa tantissimo. Anche per la natura del lavoro di scrittore, che ti porta ad essere più defilato rispetto a quello che ho dovuto fare negli ultimi vent’anni: metterci prima la faccia e poi il contenuto. Mi piacerebbe un secondo libro di narrativa, ma anche aiutare qualcun altro a scrivere una sua idea, magari una sceneggiatura”. Sente il bisogno di mettere un po’ da parte il lavoro da attore: “Leggermente. Un po’ perché sento di aver fatto quello che potevo fare come attore, un po’ perché credo che se c’è un contributo che ancora posso dare, è soprattutto in termini di idee”.