- Il 61enne scomparso per due anni dalla scena per combattere ‘l’intruso’, ora è tornato a sperare
- “Ho staccato ogni contatto con i social, mi sono concentrato su quello che mi stava succedendo”
Ha deciso di scomparire dalla scena per due anni. Ora rivela a tutti quel che gli è successo, ora che torna a sperare. Luca Carboni rivela la sua battaglia contro un tumore al polmone sulle pagine del Corriere della Sera. “La tosse non passava, la lastra, lo choc”, svela. Il 61enne lucidamente racconta ogni cosa provata.
“Viviamo in un mondo in cui tutto è comunicato, sempre. Io invece ho seguito il mio istinto, il mio carattere. Mi sono messo da parte, ho staccato ogni contatto con i social, mi sono concentrato su quello che mi stava succedendo. A marzo del 2022 mi è stato diagnosticato un tumore al polmone. Un po’ di tosse che non passava, la decisione di fare una lastra. Uno choc. Sono rimasto senza parole, quella malattia sta nella nostra vita, ma pensi che a te non toccherà mai. Improvvisamente tutto è cambiato”, confida il cantautore.
Luca stava registrando un album: “Invece, in pochi minuti, tutto è cambiato. Dalla scelta dei brani sono passato alla scelta delle terapie per sopravvivere. Il tumore era grande, difficile da operare”.
“Lo staff di oncologia del Sant’ Orsola- guidato dal Primario Prof. Andrea Ardizzoni, con la collaborazione dello pneumologo Piero Candoli e del chirurgo Piergiorgio Solli- ha avviato subito una massiccia cura di chemioterapia. Il tumore si è ridotto molto e ad agosto ha consentito l’operazione per asportarlo - spiega l’artista - Per fortuna non c’erano metastasi e dopo l’intervento abbiamo continuato con l’immunoterapia”.
“Dopo due anni posso dire di essere tecnicamente guarito anche se, con questo tipo di malattia, questa parola ha un significato fragile. Questa esperienza mi ha messo in contatto con tante persone. Ho frequentato oncologia, ho vissuto le storie di tanti malati. Il tumore non è un’esperienza individuale, ma collettiva. Non puoi sentirti guarito se non è guarito l’altro, la persona che avevi a fianco mentre facevi le flebo. In questi anni ho pregato per me, ma anche per chi condivideva il mio stesso percorso. Come un mio amico dell’isola d’Elba, che ha scoperto il mio stesso male ma non ce l’ha fatta”, aggiunge Carboni.
Il male ha rafforzato la sua fede. E’ un uomo diverso, che anche quando vedeva la fine si sentiva felice. “Ho sopportato la chemio, erogata con dosi massicce, molto bene, anche grazie ai consigli del mio medico omeopata. E lo stesso con l’immunoterapia. In definitiva ho vissuto una esperienza drammatica senza provare dolore. Non mi sono piegato alla disperazione, che pure conviveva con me, ho combattuto. Ho smesso di fumare, ho camminato tanto”, continua Luca.
“Andavo sull’Appennino e cercavo paesaggi che rendessero ancora più forte il mio rapporto con la vita. La natura mi ha aiutato. L’arrivo della neve, l’irrompere della primavera. Trovavo sentieri impervi e fantastici che mi ricordavano la bellezza delle cose del mondo. Erano iniezioni di fiducia, erano stimoli a non mollare. Poi mi ha aiutato molto la pittura, che è sempre stata la mia altra passione”, prosegue l’artista. Torna con una mostra a Bologna e con la musica, sul palco. “Mi chiedi se ho mai pianto, in questi due anni. No, mai. Ma succederà presto. E sarò felice di farlo”, dice a Walter Veltroni, autore dell’intervista.