L'anno scorso, ospite del programma di La3 "Reputescion", condotto da Andrea Scanzi, Selvaggia Lucarelli, parlando di Barbara D'Urso, ha dichiarato: "E' un'arruffapopoli in cerca di facili consensi con argomenti puramente demagogici. Non avrebbe le competenze, la capacità e lo spessore professionale per potersi dedicare ad argomenti seri di attualità". "Non avrebbe avuto alcun contatto con la realtà - ha aggiunto la famosa blogger - essendosi del tutto isolata nel suo mondo televisivo, ridotta a frequentare ormai soltanto il suo regista". La conduttrice di "Pomeriggio Cinque", mediante il suo legale, ha prontamente replicato: "Il suo intervento è un odioso siparietto orchestrato ad arte per svilire le doti umane e professionali". Ed è partita subito la querela contro la Lucarelli, querela che qualche giorno sta è stata archiviata dalla Procura della Repubblica di Roma, in quanto non si ritiene che nei commenti e nei comportamenti degli indagati siano stati ravvisati contenuti diffamatori. L'avvocato di Carmelita, Salvatore Pino, si sarebbe opposto alla richiesta di archiviazione, segnalando la presenza di "sistematici attacchi contro la sua assistita", in particolare su Twitter, in quella che appare una "radicata avversione". Davanti al gip Annamaria Gavoni, la stessa presentatrice, accompagna dal legale, avrebbe detto: "Mi sento offesa nella mia dignità di donna e di professionista". Il magistrato nei prossimi giorni dovrà sciogliere la riserva sull'archiviazione, disporre una imputazione coatta o nuove indagini contro la Lucarelli.
Selvaggia dal canto suo, utilizzando sempre il social, ha espresso in queste ore la sua opinione riguardo alla faccenda: "Le querele - ha cinguettato su Facebook - soprattutto quelle per antipatia, non mi spaventano. Continuerò a esercitare il mio diritto di critica, di satira e di opinione, sempre nel rispetto del lecito, che è cosa che stabilisce la costituzione, e del buonsenso, che è cosa che stabilisco io. Grazie a tutti per l'affetto e la solidarietà, ma davvero, queste sono eccezioni. Per una mia opinione o una mia battuta i più si arrabbiano o si fanno una risata, nient'altro. Qualcuno, dopo un mio articolo anche tagliente, è perfino diventato mio amico perché s'è divertito e mi ha chiamata, dandomi un'esemplare lezione di autoironia. I tribunali si scomodano per cose serie, non dobbiamo dimenticarcelo mai. Lo dobbiamo a chi per anni aspetta che sia fatta giustizia questioni davvero importanti, mentre i tribunali sono ingolfati da querele e cause per fuffa o antipatia. E comunque, come dicono tutti prima di andare in galera, io e Andrea Scanzi (querelato anche lui) siamo sereni. Grazie"