Madonna. Una star della musica. Un'attrice. Oggi anche regista. A febbraio uscirà in Italia la sua seconda fatica dietro la macchina da presa, "Edward e Wallis - Il mio regno per una donna". E durante un'intervista rilasciata a Vanity Fair, la signora Ciccone si è raccontata a tutto tondo.
L'interprete di "Material Girl" ha esordito parlando del suo rapporto con il cinema: "Non sono stata una ragazzina che andava molto al cinema né che aveva fissazioni per attori o attrici. Solo negli anni dell’università ho cominciato a subirne il fascino. Mi colpirono i grandi registi europei, soprattutto. Mi sono formata un gusto estetico, se così si può dire, guardando Fellini e Antonioni, Godard e Malle. Ma non avevo il sogno di recitare o di dirigere". Dopo essere diventata una cantante affermata, però, ha iniziato anche a recitare: "Ed è stato a quel punto che il mio rapporto con il cinema è cambiato. Osservavo come funzionava la macchina della realizzazione di un film, ma mi sentivo sempre troppo poco coinvolta. Così l’idea che, un giorno, avrei diretto un mio film, l’ho sempre avuta". Ma per farlo ha aspettato di compire 50 anni: "Non mi sentivo mai pronta, ero nervosa e intimidita dalla difficoltà dell’impresa. E, per di più, sapevo benissimo che la gente avrebbe giudicato con ben altri criteri un mio film, rispetto a come si prende normalmente in considerazione un regista alla sua opera prima".
Madonna ha poi rivelato come mai è rimasta così tanto colpita dalla storia della Wallis: "Un po’ perché mi sono facilmente identificata. L’americana strana che viene messa sotto osservazione, l’attenzione dei media, e in quel caso anche delle istituzioni, nei confronti delle tue scelte private: mi ha fatto pensare spesso alla mia vita. Ma soprattutto perché da più di cinquant’anni si ripete che Edward rinunciò al trono per Wallis, mentre io mi sono sempre chiesta a che cosa abbia rinunciato lei e volevo riproporre la storia dal mio punto di vista". "Io credo che per Wallis la mancanza di un figlio sia stata motivo di enorme dolore - ha proseguito la popstar - Era rimasta incinta da giovane, perse il bambino e le cure un po’ approssimative seguite a quell’aborto spontaneo le impedirono per sempre di avere altre gravidanze. Perdere un figlio, anche nei primi mesi, è un lutto terribile per ogni donna, un lutto che la nostra società tende a sottovalutare. Sono vicende che nascondiamo come polvere sotto i tappeti, non ci piace affrontarle". Madonna ha poi espresso la sua opinione su un argomento così delicato: "È giusto che ognuno abbia la possibilità di fare quello che desidera, ma non è mai una scelta facile. Il mondo in cui viviamo è malato di ansia da prestazione, un’oppressione folle che riguarda uomini e donne. Ma soprattutto le donne. Così, ci sono quelle che, rinunciando alla carriera per i figli, si sentono fallite perché non lavorano e altre che, rinunciando ai figli per fare carriera, si sentono ugualmente fallite perché non complete. Non ci sono risposte sicure su questo, ci sono solo contraddizioni, compromessi e sacrifici per tutte".
E la bellezza? Di certo, Wallis non rappresentava il prototipo della bella donna: "Una volta qualcuno la definì attraente e lei fece notare che quello era solo un modo educato per dire che, pur non essendo bella, riusciva ad apparire al meglio, grazie al suo senso dello stile e alla sicurezza di sé". Ha risposto la cantante e ha poi aggiunto: "A quest’età, ho capito che non c’è bisogno di essere Gisele Bündchen per trovare l’amore di un uomo".
Meno male. Se così non fosse, gran parte della popolazione femminile sarebbe single.
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