Marco Alemanno ha scritto un libro, "Dalla luce alla notte", in cui racconta la sua vita insieme al Lucio Dalla, scomparso il primo marzo del 2012. Al settimanale "Sette" ne anticipa alcuni contenuti: "Lucio e io potevamo essere maestro e allievo, padre e figlio, fratelli, amici, amanti. Lucio diceva che ci completavamo", si legge. E poi dice anche che la vera eredità che questo rapporto gli ha lasciato "sono gli amici e la bellissima storia che Lucio mi ha donato".
"Lucio - racconta Alemanno - mi ha regalato un sentimento nuovo, che non avevo messo in conto. La nostra è stata una favola moderna. Per questo non ha bisogno di etichette". Sui pettegolezzi, invece, afferma: "Non è stato rispettato né l'uomo né l'artista".
Il loro primo incontro risale al dicembre del 1997: "Mi ha cambiato la vita - svela Marco - Mi predisse il futuro e un po' di passato: aveva visto nei miei occhi l'ombra di un dolore recente, la scomparsa di mio fratello Pasquale, che un anno prima era morto in mare". Poi rivela le loro abitudini quotidiane: "La domenica dopo cena andavamo alla messa delle dieci in San Domenico oppure aveva trasformato una stanza della casa in una piccola sala cinematografica, con quattro file di vecchie poltrone recuperate da un cinema hard in disuso, dove in questi anni abbiamo visto i film più diversi: 'Matrix' e 'Uccellacci e uccellini', 'Kill Bill' e 'Il settimo sigillo'...". E di Lucio Alemanno svela: "Dormiva pochissimo, l'ho visto assopirsi mentre era in diretta a una radio, svegliarsi in tempo per rispondere alla domanda, e poi riprendere sonno. Detestava il suo compleanno: quel giorno staccava il telefonino. Gli amici veri lo sapevano e lo chiamavano il giorno prima, per tutti gli altri era irraggiungibile".