Marco Carta nega il furto, ma è ancora imputato: a processo il 20 settembre

Il magistrato non ha convalidato l’arresto, ma Marco Carta non è stato giudicato estraneo alla vicenda del furto di 12 magliette avvenuto lo scorso venerdì sera alla Rinascente di Milano e andrà così a processo il prossimo 20 settembre. L’accusa è quella di concorso in furto aggravato. Come racconta anche il Corriere della Sera, che ha ricostruito l’accaduto grazie alla testimonianza di un addetto alla sicurezza e a quanto è stato riportato nei verbali, il vincitore di Sanremo 2009 avrebbe aiutato la donna, una sua amica 53enne di cui non si conosce ancora l’identità, a togliere l’anti-taccheggio a dodici t-shirt firmate Neil Barrett. Peccato che i due non si siano accorti di aver tolto solo alcune delle placche presenti all’interno degli indumenti e non tutti i sensori usati per individuare i ladri, facendo così scattare l’allarme all’uscita dello storico grande magazzino milanese.

Marco Carta nega il furto, ma è ancora imputato: a processo il 20 settembre
Marco Carta all'uscita del Tribunale di Milano dove è stato rinviato a giudizio per concorso in furto aggravato

L’addetto alla sicurezza racconta che dopo aver preso le costosissime maglie, i due si sono diretti ai camerini del terzo piano: “La donna resta fuori e passa le maglie, una per una, al ragazzo all’interno del camerino. Finito di passare gli abiti, la donna dà al ragazzo anche la sua borsa. Il tutto dura qualche minuto”. I due escono dai camerini e delle maglie non c’è apparentemente più traccia. Prima di uscire il 34enne prende anche due costumi da bagno, dal valore di circa 80 euro, che paga alle casse del secondo piano prima di uscire.

Quando la coppia tenta di lasciare inosservata la Rinascente, scatta però l’allarme. I sensori rigidi erano infatti stati tolti, ma quelli più morbidi e spesso nascosti molto bene, no. I primi verranno ritrovati all’interno del camerino dove la donna e Carta si erano intrattenuti per qualche minuto, presumibilmente proprio per disfarsene. Nella borsa della donna vengono ritrovate le sei t-shirt dal valore di 1200 euro, e anche il cacciavite usato per staccare i sigilli.

Marco Carta lasciando il Tribunale di Milano ha detto ai giornalisti: “Le magliette non le ho prese io, l’hanno visto tutti. Sono onesto, non rubo”. Poi ha parlato di “estraneità” al fatto. Ma non è proprio così: sebbene il magistrato non abbia convalidato il suo fermo – quello dell’amica però sì – Carta è stato rinviato a giudizio per concorso in furto aggravato. Si dovrà presenterà in aula il prossimo 20 settembre per l’inizio del processo.

 

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