Marco Masini parla della vergognosa accusa di portare sfortuna: 'Se entravo nei bar la gente si toccava’

Marco Masini parla in tv della terribile e vergognosa accusa di portare sfortuna che l’ha perseguitato per anni. Il cantante apre il suo cuore a “Non disturbare”, il programma condotto da Paola Perego su Rai Uno. “Non potevo entrare neanche al bar - racconta provato - la gente si toccava”.

Marco Masini parla della vergognosa accusa di portare sfortuna: 'Se entravo nei bar la gente si toccava’
Marco Masini parla della vergognosa accusa di portare sfortuna: 'Se entravo nei bar la gente si toccava'

Anche lui come Mia Martini, etichettato come ‘portatore di jella’. Marco Masini spiega: “Per Mimì in maniera casuale accadde qualcosa durante il montaggio di un palco, per me invece tutto cominciò per le canzoni che cantavo. Chi si identificava pensava che sarebbero state d’aiuto per uscire da un momento triste, chi al contrario si disinteressava mi aveva individuato come un cantante negativo. Ma non sono mai stato incaz*ato con nessuno“. Essere accusato di portare sfortuna senza un perché.

“Io non credo nella cattiveria della gente, assolutamente – afferma l'artista - non credo di essere stato odiato. La cattiveria arriva dall’odio”.

Il cantante apre il suo cuore a 'Non disturbare', programma di Paola Perego su Rai Uno

“Quando un’azienda va a fondo un amministratore delegato deve dimettersi. Era una persecuzione, non riuscivo neanche ad andare al bar a prendere il caffè. Vedevi gente che si girava e si toccava, era difficile. Mi sentivo disarmato, quella è un’arma letale”, spiega ancora. Poi un’altra batosta: “Nessuno lo ha fatto con cattiveria. Nel 2001 mi arrivò una lettera da una tv in cui c’era scritto: ‘il cantante diffonde energie negative’, e da lì mi dissero che non c’era più budget per i miei progetti“.

Per fortuna nel 2004 è arrivato il riscatto, quando il 54enne ha partecipato e trionfato a Sanremo“E’ inutile arrabbiarsi, fare vittimismo non serve. Bisogna essere lucidi, freddi e capaci di dimostrare il contrario. Io conosco una formula sola: scrivere canzoni. Deve essere ancora più bella, deve avere una forza sua che nonostante ci sia un muro difficile da superare ha talmente tanta forza che lo sfonda. E così è stato per l’’Uomo volante’”.